Perché si resta in equilibrio quando ci si muove anche se si inclina la bici?
Il responsabile è l’effetto giroscopico: un oggetto che gira, se si tenta di spostarlo, tende a ritornare nella sua posizione.
Quindi, quando ti sbilanci a destra o a sinistra le ruote, girando di continuo grazie all’energia trasmessa dalle tue gambe, ti riportano in equilibrio.
Quando fai una curva con la bici resta in equilibrio anche se inclini molto le ruote. La forza di gravità, invece, dovrebbe attirarti verso terra e farti cadere ma non succede.
Perché con una forza in più, quella del tuo corpo, che si oppone alla caduta e si inclina dalla parte opposta.
“Datemi una leva e solleverò il mondo” diceva il grande Archimede per spiegare il principio delle leve. Leve che, nella bici, sono usate per i freni. È impossibile fermare la bici con il solo corpo, è troppo pesante. Se però schiacci la leva del freno la forza delle tue dita viene moltiplicata per la lunghezza della leva, e la ruota grazie ai pattini di gomma che vengono stretti forte dal filo.
Ogni tipo di bici funziona grazie a questi principi fisici, da quella del nonno all’ultimo modello e, anche se negli anni si è evoluta ed è diventata più leggera, funziona sempre allo stesso modo.
Le prime bici erano di legno, senza freni, né pedali ed erano pesantissime: più di 22 kg contro gli odierni 7-8 di una bici da città. E si muovevano spingendo con i piedi per terra! Era il 1817: negli anni successivi furono aggiunti i pedali alla ruota anteriore, che diventò molto grande per rendere il mezzo più stabile. Nel 1885, finalmente, l’inglese John Kemp Starley progettò la bici che conosciamo, con due ruote uguali e la catena.