“Dopo la pioggia”…che racconta la pace.
Sono moltissime e variegate le poesie dedicate alla pace e alle tematiche belliche. Brevi o lunghi, articolati o semplici, questi componimenti lasciano un’eredità preziosa a chi li legge: la guerra è un atto violento che porta morte e distruzione.
Giusta o ingiusta che sia, essa è sempre dolorosa e traumatica. Gianni Rodari ci mostra con semplicità quanto la guerra sia triste e quanto sia, di contro, auspicabile la pace. Leggiamo di seguito “Dopo la pioggia”.
Dopo la pioggia
Dopo la pioggia viene il sereno
brilla in cielo l’arcobaleno.
È come un ponte imbandierato
e il sole ci passa festeggiato.
È bello guardare a naso in su
le sue bandiere rosse e blu.
Però lo si vede, questo è male
soltanto dopo il temporale.
Non sarebbe più conveniente
il temporale non farlo per niente?
Un arcobaleno senza tempesta,
questa sì che sarebbe una festa.
Sarebbe una festa per tutta la terra
fare la pace prima della guerra.
Dal libro “Filastrocche in cielo e in terra”.
“Dopo la pioggia” parla di un tema difficile come quello della guerra.
La filastrocca si avvicina con delicatezza ai temi della guerra e della pace e spiega attraverso la metafora dell’arcobaleno e della tempesta, l’esistenza di queste due realtà opposte.
La pace è paragonata ad un arcobaleno, che vuol dire gioia e meraviglia per chi lo guarda.
La sua bellezza ci dà serenità. Ma scaturisce dal fenomeno della pioggia, che nella filastrocca, attraverso una metafora, è legata alla guerra.
L’arcobaleno, però, arriva dopo il temporale, così come alla pace si arriva sempre dopo la guerra.
Ma Rodari, nelle ultime due strofe, ci dà un suggerimento, che i capi di governo dovrebbero considerare, quella di gestire i conflitti partendo dalla Pace e non dalla guerra, perché la guerra e la pace non sono fenomeni naturali ma gestiti dalla mano dell’uomo.
Può esserci pace senza guerra? Sarebbe bello, se la risposta fosse un sì.