A Quietopoli, vive Federico che ha 10 anni e frequenta il quinto anno della scuola primaria “Giannino Stoppani”. È una cittadina tranquilla, Quietopoli, come la parola stessa farebbe pensare. Anche la “Giannino Stoppani” è tranquilla, appena un tantino “vivace” come del resto lo è il personaggio a cui è intitolata. Ma nessun prepotente qui può farla da padrone, potete starne certi. Tra un po’ vi spiegherò il perché. Ma torniamo al nostro Federico. Non ha proprio l’aspetto di un eroe né quello di un genio. A misurargli il quoziente d’intelligenza restereste delusi. Non è un campione nello sport, non è un campione nei giochi di forza e non è un campione nel rendimento scolastico: i suoi voti sono giusto giusto sufficienti. Qualche volta sbaglia il problema di aritmetica: scambia il peso lordo col peso netto e fa perdere un bel po’ di denari al contadino che si reca al mercato per vendere un quintale di mele. Potrebbe fare di più, spiegano gli insegnanti ai suoi genitori. Ma chi conosce bene il nostro eroe sa che è eccezionale in un altro campo: Federico entra in sintonia con le persone, è socievole, simpatico, sa farsi amare e rispettare. Qualcuno direbbe che ha un cuore grande, e quello che più conta, per questa storia, è coraggioso e sa organizzare in modo strabiliante le cose. Federico ha messo su una squadra davvero formidabile, che difende i deboli e punisce i prepotenti e i gradassi di tutte le scuole primarie della città. Ogni componente possiede un super potere. Ma come succede nella vita, nessuno è perfetto: ognuno di loro, purtroppo, ha il suo tallone d’Achille, che in certi momenti può rendere la situazione molto drammatica. Ma andiamo a presentarli. Il primo è Gian Filippo, detto Archimede, il genio del gruppo: progetta macchine straordinarie e risolve problemi complicatissimi. Salvo perdersi in un bicchier d’acqua, quando le cose si fanno troppo semplici per lui. Il secondo è Ettore, che ha una forza superiore a quella di Ercole. Questo, però, solo nei giorni pari. Nei giorni dispari è così debole che sareste in grado di gettarlo a terra con un soffio. Infine, c’è Enrica, che corre più veloce di Flash. Questo nei giorni dispari. Nei giorni pari, invece, è lenta come una lumaca. Tutto va alla grande per Federico e compagni, finché le cose non cambiano di colpo. Un bel giorno, il racket delle estorsioni nelle scuole si infiltra a Quietopoli. È bastato che un suo componente si trasferisse in città e mettesse su una nuova banda. Lui, il capo del racket, si chiama Mirko, ha cinque anni più di Federico e frequenta il secondo anno di liceo. È intelligente come il nostro eroe, ha le sue stesse capacità organizzative, solo che il suo talento è votato al male. Potremmo definirlo un cattivo intelligente, o viceversa. Con l’arrivo di Mirko, i tentacoli del racket penetrano in tutte le scuole primarie. Anche in quella di Federico e compagni. I banditi, tutti liceali, minacciano i ragazzini indifesi e si fanno consegnare paghette, zaini, scarpe da ginnastica e capi di abbigliamento firmati. E non basta: con l’arma della paura, li costringono a rubare nelle proprie case: soldi, orologi, gioielli, oggetti preziosi. In cima all’organizzazione, c’è un ricettatore, colui che acquista la merce estorta e la rivende, guadagnandoci più di tutti gli altri. Si chiama Eolo Arraffoni e mai cognome è stato più azzeccato. Ha cinquant’anni e ricorda un po’ Fagin, il cattivo di Oliver Twist. Ma se volete una sua descrizione precisa, andate a leggervi il romanzo di Dickens. Mirko si avvale di una squadra altrettanto formidabile. Ma pure in questo caso, i suoi componenti hanno il loro tallone d’Achille. Andiamo a presentarli. Abbiamo Christian, dall’udito formidabile. Se si concentra per tre minuti, può udire il rumore che fa una formica mentre cammina. Ma ogni martedì diventa sordo come una campana. Abbiamo Morgan: forte come Ettore, e spietato come un cobra… salvo la prima domenica di ogni mese, in cui si trasforma in un Garrone da libro Cuore. Diventa talmente buono che è pronto ad aiutare persino i nemici. I suoi compari, allora in quel giorno, sono costretti a chiuderlo a chiave. Infine, c’è Alex, l’uomo invisibile un’ora sì e un’ora no. Per non sbagliarsi porta sempre al polso un orologio precisissimo. La situazione, come vedete, è drammatica: se vorranno sconfiggere Mirko e il suo racket, Federico e i suoi supereroi dovranno combattere duramente e far funzionare il cervello. A questo punto, la lista dei personaggi è completa: c’è un protagonista simpatico; c’è il giusto numero di buoni e il giusto numero di cattivi (gli antagonisti); e c’è una storia ben avviata, che potrà prendere, grazie a voi, numerose strade: tutte faticose per i nostri eroi, con improvvise svolte e sorprese. Non devo mostrarvi altro, il mio lavoro è terminato. Vi lascio, perciò, con le parole di Dante (il 2021 non è forse il suo anno di celebrazioni…?): «Messo t’ho innanzi: ormai per te ti ciba» che in soldoni, riducendolo al nostro caso, vuol dire: «Ti ho messo in tavola il cibo (personaggi e trama), ormai puoi servirti da solo, e da solo continuare la narrazione». Pertanto vi saluto, cari amici, e vi auguro una buona scrittura e una bella storia. Un in bocca al lupo affettuoso dal vostro Domenico Notari