Due lunghe trecce rosse, lentiggini minute ed un calesse. Per chi è cresciuti negli anni ‘80, questi elementi significano un solo nome: Anna dai Capelli Rossi.
La sua storia oggi è un vero e proprio classico per i Millennial: alla fine del 1980 quando quest’ anime prodotto dalla Nippon Animation approdò in Italia con 50 episodi, ottenendo da subito grandi ascolti; questa serie animata è tratta dal romanzo autobiografico per ragazzi Anne of Green Gables, della scrittrice canadese Lucy Maud Montgomery, che nel 1908 porta in queste righe la sua storia di vita.
Negli anni il romanzo è diventato un classico della letteratura per ragazzi, oltre che un’anime ed oggi nuovamente una serie, Chiamatemi Anna, disponibile su Netflix.
“Siamo sul finire del 19esimo secolo quando una bambina dai capelli rossi, navigando dalle rive del Canada verso l’Isola Principe Edoardo, sognava piena di speranze la sua vita futura.” Inizia così la versione italiana di Anna dai capelli rossi – Anna Shirley, una giovane orfana con una fervida immaginazione e una personalità vivace. Dopo aver perso precocemente i genitori, passa per diverse famiglie affidatarie fino ad essere adottata da Marilla e Matthew Cuthbert. Da qui Anna si ritrova a dover affrontare le sfide della sua nuova vita.
I Cuthbert vivono nella cittadina di Avonlea, nella casa dai tetti verdi, nell’isola di Prince Edward.
Col passare del tempo Anna si fa volere bene, impegnandosi nel lavoro e negli studi, soprattutto da quando compete con il suo acerrimo nemico Gilbert Blythe, compagno di scuola che l’ha nomina “Pel di carota” per via dei suoi capelli rossi. Anna studia con fervore per l’ammissione alla scuola superiore di Charlottetown, aggiudicandosi diverse borse di studio.
Purtroppo, la banca in cui i fratelli Cuthbert hanno affidato i risparmi di una vita, fallisce miserabilmente e Matthew muore di crepacuore per il dispiacere, mentre Marilla rischia la cecità. Anna decide così di rinunciare all’università per occuparsi di Marilla.
Alla fine Gilbert mortificato di aver offeso sempre Anna, rinuncia all’incarico dell’insegnante nella cittadina di Avonlea per lasciarlo a lei; con questo gesto, la loro amicizia inizia a diventare qualcosa di ancor più importante. Nell’ultima scena, Anna scrive sul suo diarioconcludendo: “Finalmente posso fermarmi qui, serena ad ammirare lo splendore del mondo”.
Anna è la ricerca della bellezza e della libertà in un mondo che spesso può sembrare grigio e opprimente. La sua capacità di vedere il mondo attraverso una lente di meraviglia e la sua determinazione a essere sé stessa, la rendono un personaggio con cui molti possono identificarsi.
La sua storia è un inno alla crescita personale e alla scoperta di sé un vero e proprio fenomeno culturale che continua ad ispirare e a far sognare, ricordandoci che, anche nei momenti più difficili, la fantasia e la determinazione possono guidarci verso un futuro luminoso.