C’era una volta, in una bellissima giornata di marzo, un gruppo di amici con le loro famiglie che decisero di vivere un’avventura speciale a Velia, un’antica città piena di misteri e storie affascinanti, che ai tempi della Magna Grecia si chiamava Elea.
Quel mattino, il sole splendeva e il cielo era di un azzurro così intenso che sembrava dipinto.
I bambini erano emozionati!
C’era Marco, che amava scoprire cose nuove, Sara, che voleva scattare tantissime foto, e Luca, che non vedeva l’ora di inventare storie fantastiche tra le rovine.
Appena arrivati, tutti rimasero a bocca aperta davanti alla Porta Rosa, un antico arco di pietra.
“Sembra il portale per un mondo segreto!“, esclamò Sara.
“Chissà se ci sono ancora i fantasmi dei vecchi filosofi?“, aggiunse Luca con un sorriso furbo.
I bambini iniziarono a esplorare il sito, saltellando tra le pietre antiche come veri archeologi.
“Papà, ma qui camminava Parmenide?“, chiese il piccolo Francesco, mentre cercava indizi tra i resti dell’antica città.
“Forse ha lasciato un messaggio segreto!“, sussurrò Marco, facendo scattare tutti in una corsa alla ricerca del tesoro nascosto.
Zio Giovanni, che amava le storie antiche, raccontò di come i filosofi si riunivano in questi luoghi per discutere del mondo.
“E pensate“, continuò zio Giovanni, “che quando Elea divenne una città romana, i Romani costruirono delle terme bellissime, dove si rilassavano tra vapori caldi e vasche d’acqua, proprio come in una piscina gigante!“
I bambini, con gli occhi spalancati, immaginavano i filosofi che discutevano sotto gli ulivi e i Romani immersi nelle acque calde delle terme.
Dopo tanta esplorazione, era il momento di una pausa.
Sotto un grande ulivo, le famiglie si fermarono a riposare, godendosi l’ombra e la quiete del luogo, mentre i bambini osservavano curiosi le antiche rovine.
“Guardate questa foto! La luce sulle pietre sembra magica!“, disse Sara entusiasta, mostrando a tutti lo schermo della sua macchina fotografica.
Intanto, Luca si divertiva a inventare storie sugli eroi greci che un tempo avevano abitato l’antica Elea, immaginandoli mentre difendevano la città dalle invasioni, armati di lance e scudi.
Nelle sue fantasie, tra le rovine dell’antica città dormivano ancora epici soldati, custodi silenziosi della storia e dei segreti della città, pronti a risvegliarsi per proteggere Velia da ogni pericolo.
Prima di andare via, il gruppo salì fino al punto più alto.
Da lassù, il mare brillava sotto il sole del tramonto.
“Sembra un quadro!“, disse Marco incantato.
“Forse Zenone aveva ragione, il tempo non esiste davvero…“, sospirò guardando il sole scendere piano piano.
Con tante risate e promesse di tornare presto, la giornata si concluse.
Velia aveva regalato loro un’avventura indimenticabile, un viaggio tra il passato e la fantasia.
“Ogni pietra qui ha una storia da raccontare“, disse zio Giovanni.
“E noi siamo i fortunati esploratori che possono ascoltarla!“.
E così, tra sogni di nuove avventure, il gruppo tornò a casa, con il cuore pieno di meraviglia e la testa piena di storie da raccontare.