C’era una volta, nascosto tra le colline verdeggianti di un regno lontano, un lago limpido come il cristallo. Le sue acque erano così chiare che si potevano contare i sassolini sul fondo, e di notte riflettevano le stelle come uno specchio incantato. Nessuno osava avvicinarsi troppo, però, perché si diceva che fosse abitato da una fata misteriosa.
La fata del lago si chiamava Liria. Aveva lunghi capelli d’argento, ali trasparenti come rugiada e un cuore colmo di gentilezza. Ma a causa di una maledizione lanciata da uno stregone geloso, era invisibile agli occhi umani e poteva apparire solo a chi fosse veramente puro di cuore.
Nel villaggio vicino viveva un ragazzo di nome Elio. Non era ricco, né forte, ma possedeva una dote rara: ascoltava. Ascoltava gli anziani, gli animali e perfino il vento tra gli alberi. Quando sentì parlare della fata del lago, non rise come gli altri. Decise invece di recarsi al lago ogni sera, portando con sé storie da raccontare.
Ogni notte, Elio si sedeva sulla riva e narrava storie: di draghi e di eroi, ma anche di perdono, di coraggio e d’amore. Liria lo ascoltava nascosta tra le onde, e ogni notte il suo cuore si scaldava un po’ di più. Finché una sera, commossa dalle parole di Elio che parlava della speranza, decise di mostrarsi.
Elio vide la luce danzare sull’acqua, poi una figura luminosa emerse lentamente. “Non avere paura,” disse Liria. “Sono la fata del lago, e il tuo cuore ha spezzato la mia maledizione.”
Da quel giorno, Liria fu libera di camminare tra la gente, portando benedizioni e armonia. Il lago fiorì come mai prima, gli animali tornavano a bere, e il villaggio conobbe una prosperità che nessuno aveva mai visto. Elio divenne il custode del lago e il consigliere del re, ma non cambiò mai: continuò a raccontare storie ogni sera, con Liria al suo fianco.
E vissero tutti felici e contenti