Nel cuore di un grande bosco, dove i raggi del sole filtrano come fili d’oro tra le foglie e il vento canta melodie antiche, viveva un piccolo cerbiatto di nome Lampo.
Era curioso, vivace e leggero come una piuma.
Amava correre nei prati, annusare i fiori e giocare con le farfalle che coloravano l’aria.
Ma un giorno, il bosco che di solito era amico si fece improvvisamente minaccioso.
Dai cespugli, silenziosi come ombre, apparvero tre lupi.
I loro occhi brillavano, i passi erano lenti e decisi.
Lampo rimase immobile e tremante: era circondato.
Proprio allora, un gruppo di bambini che passeggiava lungo i sentieri con i genitori udì un lamento sottile.
Si fermarono ad ascoltare e capirono che qualcuno aveva bisogno di aiuto.
Con il coraggio della loro età e la guida dei grandi, si strinsero insieme e iniziarono a battere le mani, a gridare forte e a far rimbombare bastoni e pietre.
Il bosco si riempì di un frastuono improvviso.
I lupi, sorpresi da tanto rumore, si guardarono attorno inquieti e, spaventati, fuggirono tra gli alberi.
Il silenzio tornò, e insieme al silenzio tornò il respiro del bosco.
Lampo era salvo.
Invece di rimanere solo un ricordo di paura, quell’incontro con i lupi diventò per i bambini una lezione preziosa: capirono che ogni creatura ha un ruolo nel bosco.
I lupi non erano mostri, ma custodi dell’equilibrio naturale, necessari per mantenere viva la foresta.
E compresero che, se l’uomo impara a rispettare la natura, non deve temere i suoi abitanti, ma può camminare accanto a loro con attenzione e saggezza.
Ma se ci si trova davanti a loro, non bisogna correre da soli o spaventarsi: è importante restare uniti, farsi guidare dagli adulti e creare rumore per allontanarli.
Qualche giorno dopo, durante un’altra passeggiata nei sentieri insieme ai genitori, i bambini notarono un filo sottile di fumo che saliva verso il cielo.
Era un incendio che stava nascendo e poteva distruggere in poco tempo la foresta e le case degli animali.
Senza perdere un attimo, avvisarono subito i grandi, che chiamarono i forestali.
Le squadre arrivarono con l’acqua e, lavorando in fretta, domarono le fiamme.
L’aria tornò limpida e il bosco tornò a respirare.
Lampo saltava di gioia, come se volesse dire grazie.
I bambini compresero che il fuoco è uno dei nemici più pericolosi della natura e che, se si vede anche solo un filo di fumo, bisogna correre subito a dirlo agli adulti.
In un altro giorno di esplorazione, tra i cespugli spuntò un piccolo riccio.
Camminava zoppicando e piangeva: la sua zampina era rimasta incastrata in una lattina di metallo abbandonata.
I bambini si avvicinarono piano e, con l’aiuto dei genitori, riuscirono a liberarlo con delicatezza.
Il riccio, sollevato, si allontanò felice.
Fu allora che i bambini capirono qualcosa di importante: ogni rifiuto lasciato dall’uomo è una ferita per il bosco e un pericolo per i suoi abitanti.
Una lattina, una bottiglia o una busta possono diventare trappole mortali per gli animali.
Promisero che mai più avrebbero lasciato spazzatura lungo i sentieri e che, se avessero trovato rifiuti, li avrebbero raccolti per proteggere la vita del bosco.
Fu Lampo, con i suoi zoccoletti leggeri, a guidarli verso la scoperta più sorprendente.
Li condusse lungo un sentiero nascosto che solo lui conosceva.
Alla fine, la strada li portò a una grotta misteriosa.
Dentro, sulle pareti umide e antiche, c’era un disegno scolpito nella roccia: uomini, animali e alberi uniti in un grande cerchio.
Era un messaggio antico, lasciato da chi, secoli prima, aveva già capito che la natura è una famiglia, un insieme di vite intrecciate che hanno bisogno l’una dell’altra.
I bambini rimasero incantati: quel cerchio inciso nella pietra sembrava parlare proprio a loro.
In quel posto magico, un raggio di sole scendeva dall’alto e illuminava i bambini.
In quel momento capirono che avevano un compito speciale: proteggere la natura.
Decisero che da quel giorno avrebbero protetto la natura, non solo con le parole ma con i gesti quotidiani.
Insieme ai loro genitori, fecero un giuramento solenne: non sprecare l’acqua, rispettare gli alberi, difendere gli animali e non sporcare mai il bosco.
Così nacquero i guardiani della natura.
Da quel giorno, ogni volta che percorrevano i sentieri accompagnati dai genitori, sapevano di avere un compito speciale.
Lampo correva felice accanto a loro e il bosco sembrava cantare: il fruscio delle foglie, il canto degli uccelli e il mormorio del vento erano un ringraziamento dolce e continuo.

