C’era una volta…come tutte le storie… un bellissimo melo, che faceva bella mostra di sé nel giardino di Reby, una bimba simpatica e piena di vita.
In estate, ad agosto, quando le mele erano belle mature e pronte da cogliere, tutti i bimbi del paese facevano a gara ad arrampicarsi sul melo per farne una scorpacciata e giocare in allegria sul prato verde del giardino di Reby.
L’albero di mele era un albero diverso dagli altri, era fatato, e le sue mele ricrescevano veloci dal mattino alla sera, in continuazione senza fermarsi mai.
La mamma di Reby era ben contenta che i bimbi mangiassero così tanta frutta, e li faceva entrare volentieri nel giardino.
Il problema era che essendo le mele così buone, i bambini oltre a mangiarle, ne portavano via sacchi interi! Così che alla sera non ne restava nemmeno una per farcire la torta che la mamma di Reby preparava per la colazione della mattina.
Reby ci rimaneva sempre male, perché desiderava tanto mangiare la torta di mele della sua mamma, ma sua mamma non se la sentiva di impedire ai bambini di prendere le mele dal loro giardino.
Cosa potevano fare?… Pensa e ripensa ebbe un’idea geniale.
Per fortuna quel giorno passava di lì Greta, la zia di Reby, che in realtà era una strega, ma Reby siccome era ancora piccolina, non lo sapeva!
La zia Greta, vedendo Reby così triste, le chiese cosa non andava, e la piccola le rispose che voleva tanto una torta di mele fatta dalla mamma, ma a fine giornata non c’erano mai abbastanza mele per prepararla.
Greta parlò con la mamma, e insieme decisero che era ora di dare una regolata a tutti questi bimbi ingordi.
Così la zia di Reby prese a passeggiare attorno all’albero di mele, in quel momento sopra i rami non c’era nessuno.
Greta confabulava tra sé e sée fece una magia… con parole strane e magiche, dopo di che toccò l’albero e sorrise tutta soddisfatta! Prese poi un cartello, ci scrisse sopra, “Mangia quante mele vuoi, ma non portarne via più che puoi!” e lo appese davanti al melo.
– Vedrai che già da stasera la mamma avrà tutte le mele necessarie per fare la torta! disse la zia Greta ad Reby.
Proprio in quel momento arrivò nel giardino un bambino che Reby conosceva bene, Luciano.
– Ciao Reby, salgo su a prender un po’ di mele! – gridò il ragazzo mentre con un balzo saliva sul ramo del melo, senza nemmeno dare bada al cartello.
– Ciao Luciano… – rispose Reby che avrebbe tanto voluto anche lei salire sul melo, ma era ancora troppo piccolina per riuscirci.
Luciano iniziò a mangiare una mela, poi, non visto si riempì le tasche della giacchetta e dei pantaloni. Alla fine, non sapendo più dove metterne, decise di scendere e tornare a casa.
Ma mentre cercava di scendere successe una cosa strana: Luciano rimase completamente appiccicato al tronco dell’albero!
– Aiuto, aiuto! – cominciò a gridare Luciano – son rimasto appiccicato al tronco del melo!
Reby, sua zia e la mamma accorsero.
– Ragazzo mio, quante mele hai mangiato? – chiese Greta.
– Una soltanto! – rispose Luciano.
– E quante mele hai nelle tasche?
Luciano rimase in silenzio, aveva capito che non era giusto approfittarsene, così una ad una tirò fuori di tasca tutte le mele e le diede in mano alla mamma di Adele.
Come per magia Luciano si staccò dall’appiccicoso melo e la mamma di Reby gli mise in mano una delle mele sorridendo.
– Tieni, sei stato bravo, te la meriti.
Luciano ringraziò tutto contento, salutò Reby e corse a casa.
Subito dopo arrivarono altri due ragazzi, che riempiendosi le tasche di mele, fecero la stessa fine di Luciano, appiccicati al tronco del melo.
– Ma il cartello non lo avete letto? – li rimproverò Greta.
I due scossero la testa, svuotarono le tasche e finalmente furono liberi di tornare a casa con un’altra mela in mano.
E così fu per tutti gli altri ragazzi del paese.
A fine giornata il melo era nuovamente senza un solo frutto attaccato ai rami, ma siccome tutti i ragazzi avevano restituito le mele prese in eccesso, adesso Reby si ritrovava con tante di quelle mele che la sua mamma di torte poteva prepararne addirittura dieci!
In men che non si dica nel paese si sparse la voce che dal melo fatato si potevano prendere solo le mele di cui si aveva veramente bisogno.
In questo modo tutti i bimbi e ragazzi dovevano venire più spesso nel giardino di Reby, e così lei si ritrovava sempre con un sacco di amici con cui giocare.
Ma, soprattutto, da quando la sua mamma la sera poteva cogliere le mele di cui aveva bisogno, ogni giorno a colazione e a merenda c’era sempre torta di mele per tutti!
Reby e tutti i bimbi erano felicissimi di condividere tutte quelle mele…
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