
La guerra tra Israele e Hamas non è ancora terminata ma in questi giorni è iniziata a una tregua di 42 giorni che prevede la sospensione dei bombardamenti sulla Striscia di Gaza e la liberazione di alcuni ostaggi Israeliani in cambio di prigionieri palestinesi: ogni ostaggio verrà scambiato con 30 palestinesi che si trovano nelle prigioni di Israele condannati per atti contro lo stato
La tregua è entrata in vigore alle 12:00, Domenica 19 gennaio e durerà 42 giorni.
La guerra dura da 15 mesi e, più precisamente, dall’attentato che Hamas ha compiuto il 7 ottobre 2023, dove rimasero uccise 1.400 persone tra partecipanti a un festival musicale, abitanti di piccoli villaggi agricoli e militari dell’esercito.
Il 7 ottobre del 2023, i guerriglieri di Hamas, oltre a uccidere molte persone che facevano festa, ne prese in ostaggio 254, di cui 229 civili e 25 soldati dell’esercito israeliano. Alcuni di loro furono uccisi subito dopo essere stati rapiti, altri sono stati invece liberati dall’esercito nei mesi successivi.
Si calcola che siano ancora 100 gli ostaggi prigionieri, ma è probabile che non tutti siano ancora vivi.
Dal momento dell’attacco dell’esercito israeliano in risposta all’attentato, i morti palestinesi causati dai combattimenti sono stati almeno 40.000, di cui 13.000 bambini, secondo i dati riportati dalla ong Oxfam.
Il “cessate il fuoco” serve soprattutto a consentire la liberazione degli ostaggi e che vengono scambiati con prigionieri. Già domenica 19 gennaio sono stati rilasciati Doron Steinbrecher, Emily Damari e Romi Gonen, tre ragazze giovani. In cambio, Israele ha liberato 90 palestinesi detenuti nelle carceri israeliani.
La fase due e la fase tre dell’accordo, il cui scopo dovrebbe essere quello di cessare definitivamente ogni ostilità e tornare in un clima di relativa pace tra Israele e Palestina, sono ancora in discussione.
Potrebbe non essere facile raggiungere nuovi accordi e potrebbe anche ricominciare la guerra.
Ma chi è Hamas? E perché Israele deve trattare con essa?
Hamas è un’organizzazione politica e militare palestinese che controlla la Striscia di territorio chiamata Gaza. Essa va da nord a sud fino al confine con l’Egitto. A Ovest è bagnata dal mare e a Est e Nord confina con Israele.
Hamas è l’acronimo e sta per Harakat al-Muqawama al-Islamiyya. Esso che significa Movimento di Resistenza Islamica.
Hamas fu fondato nel 1987 a Gaza su iniziativa dello sceicco Ahmed Yassin, poco dopo l’inizio della prima intifada, cioè una rivolta del popolo palestinese contro l’occupazione israeliana.
Nel 2006 ha poi vinto le elezioni e una guerra civile contro Fatah, il partito avversario, che fa capo all’Anp, l’Autorità Nazionale Palestinese.
L’Anp è un organismo di autogoverno che dovrebbe controllare l’intera Palestina, ma dal 2007 governa solo la Cisgiordania. Mentre Gaza è sotto il controllo di Hamas, appunto.
Oggi Gaza è una distesa di macerie. Sotto a queste ci sono ancora corpi di dispersi che verranno alla luce man mano che saranno rimosse le macerie.
L’accordo, se sarà rispettato dalle due parti, prevede anche che l’esercito di Israele si ritiri entro i confini tracciati prima del 7 ottobre del 2023. Solo così per gli sfollati potranno cominciare a ricostruire le loro case…
Intanto, nell’accordo è previsto il transito a 600 camion di aiuti umanitari al giorno, per tutta la durata della tregua.
A Gaza oggi manca tutto, dal cibo al carburante, i forni per fare il pane e i medicinali.
Se l’a tregua si trasformerà in pace anche la ricostruzione di Gaza potrà avere inizio e sarà finanziata dal Qatar, Stati Uniti ed Europa.
Di questo oggi non c’è certezza! Infatti, la guerra tra Israele e Hamas potrebbe ricominciare…
Entrambe le parti hanno in mente la distruzione completa dell’altro. Ma la pace, come ci insegnano tutte le guerre combattute, si fa tra nemici. E solo se si riesce a creare un po’ di fiducia tra le parti contrapposte, si potrà arrivare a convivere sulla stessa terra … gli esempi positivi non mancano.