C’era una volta una scolaresca di un paese pugliese.
La maestra Anna, una grande appassionata di storia, decise di portare i suoi alunni in un posto speciale: la “Grotta dell’Angelo”, nel paese medievale di Sant’Angelo a Fasanella, situato negli Alburni.
“È un luogo pieno di magia e leggende“, spiegò.
“E, chissà, magari scopriremo qualche segreto nascosto!“
I bambini, curiosissimi, iniziarono subito a fare domande.
C’erano Marco, che non stava mai fermo e adorava le avventure.
Giulia, che aveva sempre il naso in su a guardare gli uccelli.
Sofia, amante dell’arte, che non vedeva l’ora di vedere quadri e statue antiche.
E poi Leo, che non si separava mai dal suo quaderno per disegnare tutto ciò che vedeva.
Insieme alla maestra e alla guida locale, si preparavano per un’esperienza indimenticabile.
Dopo un breve viaggio in pullman, arrivarono a Sant’Angelo a Fasanella.
Era un piccolo paese circondato da boschi e natura.
“Guardate quel castello!” esclamò Sofia, indicando una vecchia torre in lontananza.
“Era la dimora del principe Manfredi!” spiegò la guida.
Prima di arrivare alla grotta, si fermarono in piazza per una merenda.
“Avete mai mangiato i taralli alburnini?” chiese la maestra Anna, tirando fuori un sacchetto.
“Sono buonissimi!” rispose Giulia con la bocca piena.
Per arrivare alla grotta, devono percorrere un sentiero lastricato di pietre.
Marco si mise subito in testa al gruppo.
“Guardate, c’è un falco!” gridò, indicando un uccello che volava in alto.
La guida sorrise: “Secondo la leggenda, fu proprio un falco a far scoprire la grotta al principe Manfredi!“
La maestra iniziò a raccontare: “Il principe Manfredi era a caccia con il suo falco, quando l’uccello sparì dentro una fessura nella montagna. Manfredi lo cercò per lungo tempo e, quando entrò nella grotta, trovò qualcosa di straordinario…“
Quando arrivarono davanti all’ingresso della grotta, i bambini rimasero a bocca aperta.
Il portale era decorato con due sculture: un leone e una leonessa.
“Sono qui per proteggere la grotta dai profanatori!” spiegò la guida.
Marco si avvicinò per toccare il leone, mentre Sofia iniziò a disegnare la leonessa nel quaderno di Leo.
Prima di entrare, la guida raccontò un altro dettaglio: “Questo portale è stato scolpito da un artista molto bravo, Francesco da Sicignano, più di 500 anni fa!“
I bambini si scambiavano sguardi pieni di stupore.
“Chissà se gli piacevano i taralli come a noi“, scherzò Marco.
Entrando, sentirono subito un’aria fresca e misteriosa.
La grotta era enorme, con piccole stalattiti e stalagmiti che brillavano come diamanti.
“Sembra un palazzo pieno di meraviglie!” esclamò Giulia, alzando le braccia.
La guida mostrerà loro la statua di San Michele Arcangelo, scolpita in marmo da Giacomo Colombo.
“Guardate com’è splendente!” disse Sofia.
“E dietro c’è la fonte battesimale” aggiunse la guida.
“Un tempo qui scorrevano tante acque, e i battesimi si facevano immergendosi completamente.“
Marco ha provato a immaginare cavalieri e angeli che si bagnavano nella fonte.
Mentre esploravano la grotta, la guida li portò davanti alla parete in fondo.
“Guardate in alto“, disse.
I bambini alzarono lo sguardo e rimasero incantati.
“Sono le impronte delle ali!” gridò Giulia.
“Proprio quelle che il principe Manfredi vide quando scoprì la grotta!“
“Sono davvero di un angelo?” chiese Leone.
“Nessuno lo sa per certo” rispose la guida, sorridendo.
“Ma è bello pensare che un angelo abbia scelto questo posto per lasciare il suo segno.”
Camminando ancora, videro un’edicola finemente decorata e tre altari.
L’altare centrale, dedicato a San Michele, brillava sotto la luce.
“Questa statua della Madonna è del 1100!” spiegò la guida.
Sofia la disegnò subito nel quaderno, mentre Marco cercava di immaginare i monaci che vivevano lì nel Medioevo.
“Guardate anche il pavimento“, disse la guida.
“È fatto di mattonelle in cotto napoletano del ‘600!”
Giulia si mette a osservare le forme e i colori delle piastrelle.
“Sembra una danza di colori!” disse.
Alla fine della visita, i bambini si fermarono davanti all’altare di San Michele per salutare il luogo.
“Guardate! Il sole entra proprio da lì!” esclamò Marco, indicando un raggio di luce che illuminava la statua dell’angelo.
“Forse San Michele vuole dirci qualcosa“, sussurrò Giulia.
Prima di uscire, la guida chiede: “Allora, vi è piaciuta la “Grotta dell’Angelo”?”
“È stata magica!” risposero tutti in coro.
“Ci torneremo con i nostri genitori!” disse Sofia.
“E io porterò il mio falco immaginario!” aggiunse Marco, facendo ridere tutti.
E così, i bambini tornano a casa pieni di ricordi e storie da raccontare, promettendo di custodire sempre la magia della “Grotta dell’Angelo” nei loro cuori.