Gennaro Pasquale Ciro Pietro Casimiro ha l’acquolina in bocca. Di fronte a lui, la vetrina della pasticceria “La gigantesca zeppola” dove osserva con l’acquolina in bocca le tante prelibatezze: muffin, bombe, bomboloni, cannoli fritti, cannoli siciliani, babà, torte…
Gennaro Pasquale Ciro Pietro Casimiro non resiste più, nonostante la paura. Si guarda intorno con circospezione. Sta per attraversare la strada e infilarsi alla chetichella in quel paradiso, quando sbuca dall’angolo Mirko con la sua banda di teppisti: Christian lo strambo, Morgan il permaloso, Alex il guercio.
«Dove credi di andare?» sghignazza Mirko. «Ci devi 10 bomboloni e 52 cannoli siciliani. Non mi dire che lo avevi dimenticato? Poche storie, fuori i soldi, altrimenti…»
Il nostro povero ragazzo si fa velocemente i conti in tasca: ha giusto giusto i soldi per due bomboloni e un cannolo…
Ma fermiamoci un istante, cari amici. Giusto il tempo per raccontarvi chi è Gennaro Pasquale Ciro Pietro Casimiro, e perché ha un nome così lungo.
Il suo distratto genitore, che odia i nomi esotici che vanno tanto di moda, appartenenti ad attori, cantanti, calciatori e veline, lo ha chiamato Gennaro come suo padre, il nonno del nostro eroe. Poi ha voluto omaggiare alcuni zii di primo grado: Pasquale, Ciro, Pietro e Casimiro. Purtroppo, all’anagrafe, il distratto genitore ha dimenticato di separare i nomi con la virgola perciò, il povero ragazzo quando firma, è costretto a scriverli tutti e cinque di fila. Ma noi, d’ora in poi, lo chiameremo semplicemente Gennaro.
Ancora qualche parola sui gusti del nostro eroe e torniamo alla storia.
Gennaro frequenta il quinto anno della Scuola Primaria. Odia la lettura tanto quanto ama i dolci al punto da vendere libri di scuola per comprare bomboloni e cannoli siciliani. Ne mangia talmente tanti, che è diventato flaccido e lento. Per questo Mirko e compagni lo chiamano “Gennaroso il ciccioso” e lo sottopongono a ogni tipo di prepotenza.
Ma torniamo all’agguato dei quattro teppisti.
Gennaro riesce a sgusciare tra le gambe dei suoi assalitori e a infilarsi nella stradina che porta al centro storico. Nessun negozio, nessun portone aperto…
I quattro che lo inseguono sono più veloci, stanno già per acciuffarlo quando il nostro eroe vede davanti a sé la vetrina di una libreria ed entra dentro.
«Buongiorno, si accomodi, i miei libri sono a sua disposizione» gli dice serafico un signore dalla barba lunga e bianca con gli occhialini d’oro.
Gennaro, ancora ansante per la corsa e lo spavento, si accosta agli scaffali. Estrae i libri dalle mensole e li sfoglia con esagerata attenzione. Qualcuno anche capovolto.
Il vecchio lo lascia fare, ridendo sotto i baffi.
«Le consiglio questo libriccino» gli dice dopo un po’ il libraio. «Ne legga una pagina e vedrà che i suoi amici non le daranno più fastidio».
È un volume della Bimed, Gennaro lo ha riconosciuto dal formato quadrato e dall’illustrazione. Si intitola “Le avventure del Re Piccerillo”, è stato distribuito a scuola l’anno scorso. Ma lui, senza neanche sfogliarlo, lo ha barattato con un bombolone alla crema.
Il ragazzo divora la prima pagina come un affamato che non mangia da settimane: la lettura è la sua unica speranza… Il libro è ambientato nel 1760 quando il re di Napoli Ferdinando aveva solo 9 anni…
Terminata la lettura della pagina, il vecchio gli dice: «Basta per oggi. In fondo alla sala, oltre quella porticina, troverà l’uscita posteriore. Vada tranquillo».
Gennaro apre la porticina e si inoltra in un labirinto di corridoi bui e finalmente si ritrova in strada. “Nessuno. Sono salvo!” pensa tirando un grosso sospiro di sollievo.
Invece, varcata la soglia, è sorpreso da una voce trucida e cattiva: «Il trucco dell’uscita posteriore è vecchio, caro il mio ciccioso».
È Mirko, che lo aspettava al varco, insieme ai suoi tirapiedi.
“Signor libraio, io vi ringrazio!” borbotta dentro di sé, deluso, Gennaro.
«E dimmi un po’, ciccioso» continua Mirko «oggi è Carnevale?»
Carnevale? Cosa sta blaterando il teppista?
Gennaro si specchia nella vetrina della libreria: il maglione sformato e i jeans sdruciti hanno lasciato il posto a una calzamaglia attillata nera. Sul petto la scritta SUPERGENNARO, sulle spalle un mantello leopardato.
Il vetro gli restituisce una figura alta e muscolosa. E Gennaro si sente invaso da una strana forza. Quando i quattro teppisti gli saltano addosso, il ragazzo spicca un salto. E si ritrova sulle loro teste, a tre metri da terra!