Il valore della diversità e l’importanza dell’accettazione di sé…
L’anatroccolo, inizialmente, prova rabbia e dolore per essere diverso, ma scopre poi che le sue differenze sono, in realtà, un dono…
Questa favola la leggiamo con mamma e papà sarà fantastico scoprire il Dono nascosto.
Parte 1: L’inizio della vita dell’anatroccolo
Era così bello in campagna, era estate! Il grano era bello giallo, l’avena era verde e il fieno ammucchiato nei prati; la cicogna passeggiava e parlava egiziano. Intorno ai campi, grandi boschi e laghi profondi completavano lo splendido paesaggio.
In un vecchio maniero circondato da canali, un’anatra covava le sue uova sotto grandi foglie di farfaraccio. Finalmente le uova si schiusero una dopo l’altra, tranne l’ultima. Quando si aprì, ne uscì un anatroccolo molto grande e brutto. La madre, pur perplessa, lo accettò.
Il giorno seguente, la madre condusse i piccoli al canale: tutti nuotavano bene, anche il brutto anatroccolo. Così li portò nel pollaio. Là, però, iniziarono i problemi: il brutto anatroccolo venne deriso e picchiato da tutti.
Nessuno lo voleva. Anche i suoi fratelli e la madre erano freddi con lui. Così, stanco e triste, fuggì e si rifugiò in una palude abitata da anatre selvatiche. Anche lì venne emarginato, ma almeno non cacciato.
Poi scoppiò una battuta di caccia. Due oche selvatiche vennero uccise davanti ai suoi occhi. L’anatroccolo si salvò per miracolo, così spaventato da rifugiarsi in una vecchia casa. Qui viveva una donna con un gatto e una gallina. Anche loro non lo capivano, e lo emarginavano.
Sentendosi sempre più fuori posto, l’anatroccolo se ne andò ancora, verso l’ignoto.
Esplora le emozioni di esclusione, solitudine, e trasformazione attraverso il personaggio dell’anatroccolo diverso, che inizialmente si sente inadeguato e poi, nel corso della sua storia, trova la sua vera identità e accoglienza.
Continua…