Palestinesi e Israeliani da tanto tempo, non vanno d’accordo e sono in lite…

A partire dal 7 ottobre 2023, c’è stata un’escalation di violenza. In quella data, il gruppo militante di Hamas ha lanciato un attacco a sorpresa contro Israele, uccidendo centinaia di persone e rapendo altre. In risposta, Israele ha dichiarato guerra ad Hamas e ha avviato una massiccia operazione militare a Gaza, che è controllata da Hamas.
Da allora…
L’esercito israeliano sta conducendo intensi bombardamenti aerei e operazioni di terra. L’obiettivo dichiarato di Israele è distruggere le capacità militari di Hamas.
A causa dei bombardamenti e degli scontri, il numero di civili palestinesi morti e feriti a Gaza è molto alto, inclusi moltissimi bambini. Molte persone sono state costrette a lasciare le loro case per cercare rifugio in altre aree, ma non è facile trovare un posto sicuro.
La popolazione di Gaza sta affrontando una grave crisi umanitaria. Mancano acqua, cibo, carburante e medicine. L’accesso agli aiuti umanitari è molto limitato, il che rende la situazione ancora più disperata.
Ci sono ancora ostaggi israeliani e stranieri a Gaza, e il loro rilascio è una delle questioni chiave nei negoziati.
La comunità internazionale sta chiedendo un cessate il fuoco e l’apertura di corridoi umanitari per permettere l’ingresso di aiuti a Gaza. Molti paesi sono preoccupati per la perdita di vite umane e la devastazione che sta colpendo la regione. La situazione è in continua evoluzione e rimane estremamente volatile.
Il Contesto Storico
La storia di questa regione è segnata da decenni di conflitti tra Israeliani e Palestinesi. Entrambi i popoli considerano quella terra la propria casa, e nel corso degli anni ci sono state diverse guerre e scontri. La Striscia di Gaza è un piccolo territorio dove vivono circa 2 milioni di Palestinesi. È circondata da Israele e dall’Egitto, e il suo accesso è strettamente controllato.
Dal 2007, Gaza è controllata da un gruppo politico e militare chiamato Hamas, che è considerato un’organizzazione terroristica da Israele e da molti Paesi occidentali.
Tutto è precipitato il 7 ottobre 2023, quando Hamas ha lanciato un attacco a sorpresa e senza precedenti contro Israele. I militanti di Hamas sono entrati in Israele, uccidendo centinaia di civili (uomini, donne e bambini) e prendendo in ostaggio circa 250 persone.
In risposta a questo attacco, Israele ha dichiarato guerra ad Hamas. L’obiettivo dichiarato da Israele è duplice:
Distruggere le capacità militari di Hamas.
Liberare tutti gli ostaggi.
Per raggiungere questo scopo, l’esercito israeliano ha iniziato una massiccia operazione militare, con intensi bombardamenti aerei e un’invasione di terra nella Striscia di Gaza.
La Crisi Umanitaria a Gaza
A causa della guerra, la situazione per la popolazione civile di Gaza è diventata una catastrofe umanitaria.
Il numero di morti e feriti tra i civili palestinesi, inclusi molti bambini, è altissimo.
I bombardamenti e l’assedio di Israele hanno reso quasi impossibile l’accesso a beni di prima necessità. C’è una grave carenza di cibo, acqua potabile, carburante e medicine. Gli ospedali sono al collasso e non riescono a curare tutti i feriti.
Centinaia di migliaia di persone sono state costrette a lasciare le proprie case per fuggire verso sud, ma a Gaza non esiste un luogo davvero sicuro.
La Reazione Internazionale
La comunità internazionale sta osservando la situazione con grande preoccupazione. Molti Paesi e organizzazioni come l’ONU hanno chiesto un cessate il fuoco e l’apertura di corridoi umanitari per far entrare gli aiuti a Gaza. C’è un acceso dibattito: alcuni sostengono il diritto di Israele a difendersi, mentre altri condannano l’enorme numero di civili palestinesi uccisi e la devastazione che sta colpendo la Striscia di Gaza.
La guerra è tuttora in corso e il futuro della regione rimane incerto.

Perché le navi con gli aiuti non arrivano a Gaza?
Gaza è come una casa circondata da un’alta recinzione e con una guardia che controlla chi entra e chi esce. Questa “guardia” è l’esercito israeliano e in parte anche l’Egitto.
Israele impone un blocco navale, cioè un controllo marittimo su Gaza. Significa che non permette a nessuna nave di avvicinarsi o attraccare liberamente alle coste di Gaza.
Questo per bloccare la possibilità che Hamas riceva armi e rifornimenti dal mare, usando la scusa degli aiuti.
Gaza non ha un porto profondo e sicuro, in grado di accogliere grandi navi mercantili, a causa dei bombardamenti e del blocco.
Anche se una nave riuscisse ad avvicinarsi, non c’è un posto sicuro dove scaricare le merci.
Le navi umanitarie, chiamate spesso Flottiglie, cercano di rompere questo blocco. Sono cariche di cibo e medicine per la popolazione civile.
Vengono intercettate dalla Marina Israeliana molto prima di arrivare a Gaza, spesso in acque internazionali, e costrette a tornare indietro o a deviare in porti israeliani per un lungo e lento controllo.
Le navi sono un tentativo disperato di aggirare le poche strade controllate. Quando vengono bloccate, dimostrano che l’assedio su Gaza è totale, via terra e via mare, rendendo la crisi umanitaria (la mancanza di cibo e acqua) ancora più grave.