
Era molto diversa da come la conosciamo oggi. Immaginate un mondo senza internet, televisione, telefoni cellulari, e con molte meno comodità.
La vita del popolo dipendeva moltissimo da dove si viveva (in città o in campagna) e dalla propria condizione sociale.
1. La vita in campagna (la maggioranza della popolazione)
La maggior parte degli italiani viveva in campagna ed era legata all’agricoltura.
Contadini e braccianti: Erano la maggioranza. Lavoravano la terra dall’alba al tramonto, spesso con strumenti molto semplici (zappe, aratri trainati da animali). La vita era molto dura e faticosa. Spesso non erano proprietari della terra che coltivavano, ma lavoravano per un padrone e dovevano dare una parte del raccolto o ricevere un piccolo salario.
Alimentazione: Si mangiava quello che si produceva. La dieta era molto semplice: pane, polenta, legumi, verdure. La carne era un lusso per pochi e si mangiava solo in occasioni speciali.
Case: Erano spesso piccole, umili, con pochi mobili e servizi igienici all’esterno. In molte case non c’era l’acqua corrente o l’elettricità, che arrivarono molto più tardi.
Salute: Le condizioni igieniche erano scarse e le malattie erano molto diffuse. Non c’erano medicine come quelle di oggi, e i medici erano pochi, specialmente nelle zone rurali. Molti bambini non sopravvivevano.
Istruzione: L’analfabetismo era molto alto, soprattutto al Sud e tra le donne. Le scuole c’erano, ma non tutti potevano andarci, o perché dovevano aiutare la famiglia nei campi, o perché non c’erano abbastanza scuole o maestri.
2. La vita nelle città
Nelle città la situazione era un po’ diversa, anche se c’erano grandi differenze tra ricchi e poveri.
Operai: Con l’arrivo delle industrie, molti contadini si spostarono in città per lavorare nelle fabbriche. Anche il lavoro in fabbrica era molto duro: orari lunghissimi (spesso 10-12 ore al giorno), ambienti pericolosi e salari bassissimi. Non c’erano ancora molte leggi a proteggere i lavoratori.
Borghesia: C’era una classe media che viveva meglio: commercianti, impiegati, professionisti (avvocati, medici). Avevano case più confortevoli, potevano mandare i figli a scuola e avevano una vita più agiata.
Nobiltà e Ricchi: Al vertice della società c’erano i nobili e i grandi proprietari terrieri o industriali. Vivevano in grandi palazzi, avevano servi e conducevano una vita di lussi, viaggi e cultura.
3. La famiglia e la società
Famiglia: La famiglia era il centro di tutto, molto allargata (con nonni, zii, cugini che vivevano spesso insieme o molto vicini). I ruoli erano ben definiti: l’uomo lavorava fuori casa, la donna si occupava della casa e dei figli.
Vita sociale: Le occasioni di svago erano poche. In campagna si legava molto alla vita del paese, alle feste religiose, alla chiesa. In città c’erano i caffè, i teatri (per chi poteva permetterselo) e le passeggiate.
Difficoltà e povertà: La povertà era molto diffusa. Tante famiglie vivevano al limite della sopravvivenza. Questo portò a grandi ondate di emigrazione, con milioni di italiani che partirono per cercare fortuna in altri paesi, come l’America.
In sintesi, la vita del popolo nel Regno d’Italia era segnata da fatica, povertà e grandi disuguaglianze sociali, specialmente prima del boom economico del dopoguerra. I diritti che oggi ci sembrano scontati, come la scuola per tutti, la sanità o una pensione, erano conquiste che dovevano ancora arrivare o erano solo all’inizio.
È importante ricordare questo periodo per capire da dove veniamo e quanto sono importanti le conquiste sociali e civili che abbiamo oggi.