Sono arbusti tipici di tutta la macchia mediterranea e crescono anche nel nostro Cilento.
Sono molto ricercati poiché sia le bacche sia le foglie si possono utilizzare per insaporire vari piatti inoltre due o tre frutti masticati prima o dopo i pasti possono favorire l’appetito o la digestione.
Le bacche del mirto sono utilizzate, per la preparazione di un liquore, e altre parti invece, sono molto odorose e vengono utilizzate per l’estrazione d’oli. Con il lentisco, invece, si realizzano siepi e cespugli ornamentali.
Dal suo fusto si ricava un “balsamo” detto anche mastice di lentisco che, per il suo aroma e la sua consistenza gommosa, trova molteplici impieghi nell’industria farmaceutica e cosmetica e nella produzione di vernici.
Il mirto è un arbusto che può raggiungere il metro e mezzo d’altezza. Ha foglie lucide, ovali, aromatiche e di colore verde intenso. I fiori sono bianchi e sbocciano da giugno ad agosto. I frutti sono autunnali, di forma ovale e colore porpora-nerastro. Appartiene alla famiglia delle Mirtacee ed è detto anche mortella.
Il lentisco appartiene alla famiglia delle Anacardiacee ed è un arbusto alto fino a cinque metri. Ha una chioma irregolare, con foglie lucide.
I fiori sbocciano in primavera e sono rossi. Il frutto è oleoso di colore rosso scuro. Il nome della pianta “Mirto” sembra derivare dal termine greco “myrsinos”. È collegato ad una tragica leggenda basata sulla morte di Myrsine, una giovane trasformata in fiore da Atena dopo essere stata uccisa involontariamente da un coetaneo durante una gara d’atletica.
Secondo la mitologia, invece, un cespuglio fiorito di mirto offri il primo riparo ad Afrodite quando la Dea nacque dalla schiuma delle onde marine: simbolizza l’amore e la poesia per questo si usava cingere di corone di mirto il capo dei poeti, soprattutto se autori di versi amorosi.