L’avventura del cioccolato inizia in America, talmente tanto tempo fa che ancora questo continente non portava il suo nome attuale.
Nell’umidità costante del clima messicano, un piccolo albero produceva i suoi frutti simili a zucche contornati dalle foglie di colore verde scuro: la pianta del cacao.
È grazie agli insetti ed agli altri animali che si cibavano di questi frutti se queste piante si estesero oltre i confini del Messico per arrivare sino all’attuale Guaya del Sud.
Presto anche l’uomo si accorse della sua bontà ed iniziarono così a diffondersi le piantagioni.
I primi agricoltori che iniziarono la coltivazione della pianta del cacao furono i Maya.
Poi ci pensò Cristoforo Colombo a diffonderla in Europa.
C’era una volta, in una terra lontana, calda e umida, un piccolo seme chiamato Chicco Cacao.
Non era marrone e croccante come lo conosciamo, ma bianco e viscido, e viveva felice all’interno di una grande “casa” colorata, simile a un pallone da rugby, appesa al tronco di un albero speciale: l’albero del cacao! Questa casa si chiamava cabossa.
Chicco e i suoi tantissimi fratelli e sorelle non sapevano di essere destinati a diventare la cosa più golosa del mondo.
Un giorno, arrivò il contadino della piantagione. Con attenzione, aprì la cabossa e tirò fuori tutti i semi. Ma il viaggio di Chicco non era ancora finito, era appena iniziato!
Per prima cosa, Chicco e gli altri semi bianchi vennero messi in grandi cassette di legno. Lì, restarono per una settimana, come in una specie di “bagno caldo” magico. Questo bagno li aiutò a svegliarsi e a cambiare il loro sapore. Quando uscirono, erano diventati di un bel colore marrone scuro e avevano un profumo delizioso.
Poi, vennero stesi ad asciugare, sotto il sole caldo. Era come una giornata in spiaggia! Il sole li rendeva secchi e li riempiva di quel profumo che, quando lo senti, sai già che si parla di cioccolato.
Quando Chicco fu pronto, fu messo dentro un enorme sacco di juta, cucito forte e caricato su un camion. Il camion lo portò fino al porto, dove l’attendeva una grandissima nave cargo.
“Che avventura!” pensò Chicco, mentre veniva issato a bordo insieme a migliaia di altri sacchi. La nave navigò per giorni e giorni, attraversando mari e oceani, dondolando sulle onde, portando Chicco Cacao verso l’Europa, dove la magia finale stava per accadere.
Finalmente, Chicco arrivò in una grande città e fu portato in una fabbrica enorme, piena di macchinari scintillanti. Era la Fabbrica del Cioccolato!
Prima, Chicco venne messo in un forno gigante per essere tostato. Crack! Era un po’ come un pop-corn, ma più profumato. La tostatura lo rese croccante e ne esaltò il sapore.
Poi, una macchina fortissima, un po’ come un macinino gigante, lo macinò finché non divenne una pasta liquida e densa, calda e scurissima. Questa era la base del cioccolato!
A questa pasta magica, vennero aggiunti altri ingredienti segreti: lo zucchero per la dolcezza, e a volte il latte per renderlo cremoso e chiaro. Tutti gli ingredienti vennero mescolati e “coccolati” a lungo, finché il cioccolato non divenne liscio, vellutato e pronto.
Infine, il cioccolato fuso venne versato in stampi lucidi. Si raffreddò, si indurì e… TA-DAH!
Il piccolo seme Chicco Cacao era diventato una bellissima tavoletta di cioccolato, croccante e golosa.
Dopo un viaggio così lungo e una trasformazione così incredibile, era pronto per lasciare la fabbrica, essere messo in un pacchetto colorato e portare tanta gioia e dolcezza a un bambino come te!
E fu così che Chicco Cacao visse felice e cioccolatosamente contento!

