Una mattina piena di sole, Tony e la sua sorellina Monica arrivarono con mamma e papà in località Remolino, il punto d’ingresso alle spettacolari Gole del Calore.
L’aria profumava di bosco e macchia mediterranea, e l’acqua del fiume scorreva in silenzio tra alte pareti di roccia.
Un minuscolo folletto d’acqua – Goccia – li accolse con un sorriso.
«Benvenuti nel regno della lontra!» sussurrò.
Nei cieli sopra di loro volavano rapaci maestosi, mentre uccellini più piccoli saltellavano tra i rami colorati.
Guidati da Goccia, i bambini imboccarono la passerella di legno che costeggia il Calore.
Poco dopo il folletto indicò alcune conche rotonde scavate nella roccia: erano le marmitte dei giganti, pozzi levigati dove l’acqua, durante le piene, gira vorticosa da secoli, lisciando la pietra come vetro.
Tony appoggiò l’orecchio sul bordo tiepido di una marmitta e sentì un gorgoglio ritmato, come il battito profondo di un tamburo d’acqua.
Monica lo tirò per la maglia, emozionata: «Hai sentito? E’ il fiume che suona il suo cuore!»
Goccia annuì: «Ogni marmitta è un tamburo naturale. Il Calore ci ricorda che la pazienza può scolpire meraviglie.»
Più avanti, la famiglia salì su una canoa rossa.
La diga rallentava il fiume, e tra pareti verdi e farfalle in volo, la canoa sembrava una foglia galleggiante.
Tony gridò: «Supervelocità!»
Monica rideva, mentre una libellula azzurra si posava sulla prua, come un gioiello vivo.
A mezzogiorno, nell’area picnic all’ombra dei salici, mamma preparò panini caldi e succo fresco.
Goccia riempì le borracce con acqua di sorgente e sussurrò: «Bevete: qui c’è l’energia del fiume!»
Tra i gazebo in legno e i profumi di brace, ogni cosa era perfetta per una piccola festa di esploratori.
Dopo il pranzo bastarono pochi minuti per raggiungere Felitto, un paese di torri antiche, pietre che raccontano e vicoli silenziosi.
Ma ciò che colpì di più Tony e Monica fu il profumo: un sugo denso aleggiava tra le case, mescolando tempo e fame.
Dietro una porta aperta li attendeva Nonna Filomena.
Con mani esperte arrotolava la pasta su un ferretto sottile.
«Benvenuti, piccoli viaggiatori! Pronti a scoprire il mio segreto?»
In cucina, Tony e Monica impastarono con le loro mani e poi arrotolarono piano la pasta attorno al ferretto.
Il fusillo di Felitto prendeva forma: lungo, elegante, vuoto dentro… proprio come un piccolo tunnel per raccogliere sapori.
Seduti in cortile, i bambini mangiarono fusilli fumanti con sugo rosso e cacioricotta.
Ogni boccone era un viaggio: c’era il sole del mattino, l’acqua del fiume e il cuore delle gole.
Goccia saltellò tra le bollicine d’acqua e sorrise: «Avete riempito il fusillo con la vostra gioia. Da oggi, ogni spirale vi ricorderà questo giorno.»
Sul belvedere, il sole scivolava dietro le montagne. Tony strinse la mano di Monica.
«È stata la giornata più avventurosa, divertente e gustosa della mia vita.»
Il vento trasportò l’eco di un nuovo ragù che borbottava lontano, quasi fosse un invito a tornare.
Felitto, intanto, custodiva le risate di Tony e Monica, in attesa della prossima spirale di felicità.
E il fiume Calore continuò a sussurrare, custodendo la promessa di nuove avventure.