Lia e il suo fratellino Nico amavano le avventure.
Una mattina di sole, mamma e papà li portarono nel paese di Sacco, dove nasce un torrente così limpido da sembrare una striscia di cielo caduta a terra.
Appena lasciata l’auto, tutti misero le scarpe da trekking e un cappellino.
Mamma disse: «Cammineremo sul sentiero della sorgente. Dovete stare accanto a noi e tenere la mano al papà quando il sentiero diventa stretto.»
Gli alberi frusciavano come se raccontassero storie.
Lia immaginò che dicessero: «Benvenuti, piccoli esploratori!»
In trenta minuti arrivarono alla grotta carsica.
Lì l’acqua usciva dalla montagna con un whooosh! freddo e spumeggiante.
Sembrava un piccolo drago d’argento!
Nico allungò la mano, ma papà gli ricordò: «Prima chiedi sempre a un grande. Questa acqua è gelata e scorre veloce.»
Papà prese un bicchiere, raccolse un pò d’acqua: era fresca come una carezza di neve.
Pochi passi più in là c’era un laghetto color smeraldo.
Sulla passerella di legno, Lia contò sette libellule: avevano le ali che luccicavano al sole.
Mamma spiegò: «Queste libellule vivono solo dove l’acqua è pulitissima. Non tocchiamole: guardiamole e basta.»
I bambini si sedettero, con le gambe ben lontane dal bordo, e disegnarono le libellule sui loro quadernetti.
All’improvviso, un uccellino nero con il petto bianco si tuffò nell’acqua e riemerse con un insetto nel becco.
«È il merlo acquaiolo!» sussurrò papà.
Nico spalancò gli occhi: «Un uccello che fa il sub? Che forza!»
Rimasero in silenzio per non spaventarlo, come piccoli scienziati della natura.
All’ombra dei grandi alberi, stesero una tovaglietta.
Pane croccante, caciocavallo e fichi dolci del Cilento: tutto profumava di bosco.
Mamma ricordò: «Niente briciole a terra. Mettiamo tutto nel sacchetto, così il Sammaro rimane pulito.»
Lia e Nico raccolsero anche tre foglioline, cadute dal sentiero, per farne segnalibri profumati.
Dopo pranzo, risalirono al ponte di Sacco.
Da lassù il torrente sembrava un filo d’argento.
Papà tenne forte la mano di Nico, mentre mamma spiegava come il ponte aiutasse il paese a collegarsi al resto del Cilento.
Quando il sole divenne arancione, Lia salutò gli alberi che vedeva dall’alto: «Ciao, alberi parlanti! Torneremo presto!»
Nico aggiunse: «Promettiamo di proteggere l’acqua-drago e gli animali del torrente.»
Mamma e papà sorrisero: era il regalo più bello della giornata.
Camminando verso l’auto, Lia e Nico ripassarono a voce alta le tre piccole regole che avevano scoperto: camminare sempre mano nella mano con i grandi nei punti difficili; osservare senza toccare libellule, uccelli e muschi, perché la natura è più felice se la si rispetta; e portare via solo ricordi —magari un disegno o il profumo di rosmarino— lasciando il bosco pulito come l’avevano trovato.
Se avessero seguito sempre queste semplici regole, il Sammaro li avrebbe attesi ancora, brillante e azzurro, pronto a raccontare nuove avventure.