Ho riconosciuto subito il rumore della sua macchina nel vialetto e appena lei ha aperto il portone d’ingresso sono scappato via in giardino…è meglio che non mi trovi in casa! L’urlo mi giunge lo stesso, ecco, adesso ha visto cosa ho combinato sulle scale. E mica è colpa mia! Ho fatto di tutto per farmi aprire il portone: ho saltato come un matto sul divano, ho strappato un cuscino, ho grattato a lungo sul portone, ho rovesciato il bidone dell’immondizia in cucina e, sempre per attirare attenzione, ho sparso i panni sporchi per tutta la casa. Ma niente…l’umano più grosso, quello che odora di tabacco, se n’è stato seduto tutto il giorno a fissare uno schermo. I suoi figli, i gemelli Pepe e Nilo, sono instancabili, hanno giocato rincorrendosi in ogni stanza. Mi diverto con loro ma dimenticano di darmi un po’ d’acqua o di riempirmi la ciotola del cibo o di portarmi fuori per i miei bisogni. Uh uh! Le conseguenze si sentono, eccome! Senti come li sta strigliando per bene! Lei, l’umano che odora di ciclamino, li sta rimproverando tutti, uno ad uno! È un vero coach! E ora …che vuole da me? Avanza troppo velocemente…ehi, piano! Non sono mica un sacco di patate! Sono un Beagle con tanto di pedigree, porta rispetto! Ci ha messo tutti sui divani, allora deve dirci qualcosa di importante. «E ora, le cose devono cambiare in questa casa. Ognuno di voi avrà un compito da eseguire come si fa in una squadra». A me piace il compito che mi ha assegnato, funziona così: annuso i panni che trovo a terra, li azzanno e li metto nel cesto accanto alla lavatrice. Lei, il mio umano preferito che tutti chiamano mamma, mi gratta sulla testa…ne sono felice, quindi vado avanti tutto il pomeriggio. Che bel gioco! L’umano grosso, che chiamano papà, sta passando l’aspirapolvere. Fa rumore ma lascia il pavimento bello pulito, dopo non ci sono neanche più i miei peli. Senti che borbotta: «Sono un informatico, mica una colf!» E i gemelli che fine hanno fatto? Ah eccoli, stanno mettendo a posto i giocattoli nella loro cameretta. Anche loro protestano: «Ma così non è più bello giocare, se poi dobbiamo mettere a posto i giocattoli!» Hei… mamma, gratta sulla testa anche a loro, così scodinzolano contenti come me! Mi piace questa famiglia, è la mia squadra del cuore. Scusate, ho dimenticato di presentarmi: io sono Snappo, difendo il mio territorio e la mia squadra.