Riki è affascinato dalla grandezza dell’America. Con la sua mitica bici trasformata in un aereo vola sui cieli colorati … alla ricerca di storie appassionanti.
Nel regno Esclamativo, meravigliarsi è imperativo, tutto suscita stupore e meraviglia allo sguardo attento di ogni visitatore.
È governato da una regina dai modi carini, esigente ma molto intraprendente, la regola è una, sia di notte che di giorno: non guardare solamente le cose tutt’intorno, si deve osservare attentamente
con il cuore e con la mente. In ogni chi e in ogni dove bisogna cercare la parte più bella capace di emozionare, solo così si può guardare.
La regina dai modi carini per prima dà il buon esempio e dice a tutti: – Ci vuole tanto allenamento! A volte si sente scoraggiata e incompresa, ma vuole portare avanti la sua impresa con intraprendenza: non far morire la ricerca della bellezza, nella natura, nelle persone, in una carezza.
Un giorno nel regno Esclamativo arrivò un visitatore con un grosso nasone, un po’ impulsivo, iniziò subito ad osservare, a chiedere e curiosare, non si faceva in tempo a dare una risposta che già aveva pronta una proposta stupefacente.
D’altra parte basta un attimo per stupirsi per emozionarsi e per aprirsi al mondo, alla gioia,
all’arte, alla fantasia.
Dopo un po’ che era rimasto in quel paese, tutti iniziano a parlare delle sue imprese stravolgenti e affascinanti.
Un castello di pietre colorate…
Un tappeto di ciambelle salate…
Un gioco per ogni bambino…
Un aquilone con un calzino…
Tutto quello che c’è si può utilizzare, guardando con occhi aperti alla fantasia si può rendere una cosa particolare.
La corte ne era ammirata estasiata, era stata davvero fortunata.
Ora doveva convincerlo a restare, ma cosa gli poteva interessare?
Chiamarono subito il consigliere che diede il suo parere: -Oh! Ah! Ops! Ecco un’idea che vale, bisogna affidargli un incarico molto speciale! Potrebbe insegnare a tutta la gente a creare piccole cose con niente, sono sicuro che amerebbe lavorare alla scuola del primo Ciclo del Meravigliare.
Quel mondo però qualche insidia nascondeva, ma quando accettò l’incarico lui ancora non lo sapeva quale fosse.
C’era un gruppo di studenti non di quelli diligenti, che avevano fondato il “club dello spavento”, erano in cinque ma sembravano cento.
All’improvviso, quando eri un po’ distratto, uno scherzo spaventoso era fatto.
Accidenti! Mai sei matto!
Che paura! Che misfatto!
Scappava anche qualche parolaccia: – chiudi chiudi quella boccaccia!
E loro rispondevano prontamente – Belle esclamazioni! Divertente!
Gli insegnanti li rimproveravano, ma le punizioni non funzionavano.
Il nuovo maestro appena nominato fu preso di mira per essere spaventato.
Ed ecco che per magia apparivano:
Nella borsa un ratto.
Nell’armadietto un gatto.
Nel bicchiere acqua bollente.
Nel cassetto un pesce puzzolente.
Ma ogni volta che ci provavano la reazione non era quella che si aspettavano anzi lui trovava tutto divertente
Il ratto lo mise in un labirinto: – Chi lo aiuta ad uscire ha vinto.
Il gatto lo regalò al più triste in viso, ad ogni miagolio un piccolo sorriso.
Col bicchiere d’acqua bollente fece un tè al cioccolato fondente.
Beh! Il pesce con i suoi odori permise di andare a giocare fuori.
Il maestro doveva trovare però una soluzione, era una questione di educazione.
Pensò ad un modo per utilizzare quel talento: pensò allora ad organizzare un “laboratorio dello spavento”.
Quei ragazzi infatti erano perfetti per studiare le esclamazioni agli scherzetti.
Il laboratorio parti di lunedì e vorrei raccontarlo qui, ma furono tanti gli scherzi spaventosi
che è meglio conoscerli a piccole dosi.
Vi posso solo dire che… per ogni cosa bizzarra che fuori saltava qualcosa di straordinario s’inventava.
Gli studenti con entusiasmo partecipavano, un po’ di brivido era quello che volevano.
Era la giusta occasione per esclamare con educazione.
Un bel cartello attaccarono alla porta:
“Per quanto tu sia spaventato le parolacce non usare o a questo laboratorio non potrai partecipare.”