Ecco una versione giocosa di “Come nascono i bambini, raccontato dai bambini”, con tante idee buffe che riflettono la fantasia dei più piccoli.
👧 Martina, 6 anni
«I bambini nascono quando la mamma mangia un semino magico… tipo quello delle mele, ma speciale. Poi dopo nove mesi — che sono tipo UN SACCO di giorni — la pancia diventa gigante e PUFF! Il bambino esce!»
👦 Giorgio, 7 anni
«Io ho capito così: i genitori si vogliono tanto bene, si abbracciano forte-forte e poi il bambino si forma nella pancia… un po’ come quando metti il lievito nella pizza e cresce da solo.»
👧 Luna, 5 anni
«Secondo me, i bambini scendono dal cielo con un paracadute invisibile e si infilano nella pancia della mamma mentre dorme. Nessuno li vede perché sono velocissimi. Ma io li ho quasi visti. Quasi.»
👦 Tommaso, 8 anni
«Una volta ho sentito che arrivano con la cicogna… ma secondo me non è vero. Cioè, dove la mette una cicogna un bambino con tutti i vestiti, il ciuccio e il passeggino?!?»
👧 Sara, 6 anni e mezzo (precisa!)
«Mia zia è dottoressa e mi ha detto che c’entra un semino del papà e un ovetto della mamma. Ma io credo che sia più facile che li costruisca un signore speciale in ospedale con la stampante 3D. Solo che ci vuole tanto tempo per finirli.»
👦 Riccardo, 7 anni
«I bambini nascono quando Dio, o Babbo Natale, o l’Universo (dipende chi trovi libero) decide che è il momento giusto. E lo dice alla mamma con una notifica segreta nel cuore.»
👧 Giulia, 5 anni
«La mamma va all’ospedale, apre una porticina segreta sulla pancia e il dottore prende il bambino da una specie di armadio che sta dentro. Poi la porticina si chiude da sola. Io ho visto un disegno, eh!»
👦 Leonardo, 6 anni
«Secondo me… nascono perché i grandi fanno un incantesimo, tipo “Amorevolus Bambinus!”. Ma devono dirlo tutti e due insieme. Se sbagliano le parole, viene fuori un gatto. Per fortuna i miei non hanno sbagliato.»
💡 Conclusione:
«Quindi, come nascono i bambini? Beh… dipende da chi lo chiedi. Ma una cosa è sicura: ci vuole tanto amore, un po’ di magia… e un sacco di pazienza!»

