Nella classe della maestra Lucia c’era grande entusiasmo.
Sul tavolo c’era un grande libro illustrato, pieno di immagini misteriose.
I bambini sapevano che avrebbero scoperto qualcosa di speciale.
“Oggi vi racconterò la storia di un uomo straordinario, che sapeva fare tantissime cose diverse. Era un pittore, uno scienziato, un inventore e un grande osservatore del mondo. Il suo nome era… Leonardo da Vinci!”
I bambini sgranarono gli occhi.
“Ma com’è possibile? Si può essere così bravi in tante cose?”, chiese Luca, incredulo.
La maestra sorrise.
“Certo! Leonardo era curioso di tutto e non si stancava mai di imparare. Per lui il mondo era come un grande libro da sfogliare!”
“E com’era Leonardo da piccolo?”, domandò Sofia, mentre si sistemava la treccia.
“Era come voi! Faceva mille domande. Guardava tutto con attenzione e cercava sempre risposte.”
“Anch’ io faccio sempre mille domande!”, esclamò Tommaso.
“E io voglio sapere come fanno le barche a galleggiare!”, aggiunse Giulia.
La maestra annuì.
“Bravissimi! Anche Leonardo si faceva domande come le vostre. E sapete cosa faceva? Disegnava, studiava e provava a trovare soluzioni!”
La maestra girò una pagina del libro e fece vedere un quadro famosissimo.
“Guardate questa donna. Si chiama Gioconda, ma molti la chiamano anche Mona Lisa.”
I bambini si avvicinarono.
“Sembra che ci guardi!”, sussurrò Matteo.
“E il suo sorriso… sta sorridendo o no?”, chiese Sara, stringendo gli occhi per osservare meglio.
La maestra ridacchiò.
“Ecco il mistero! Leonardo dipingeva in un modo speciale, mescolando la luce e le ombre in modo perfetto. Così il sorriso della Gioconda sembra cambiare a seconda di come la guardiamo!”
“Ma com’è possibile?!”, esclamò Francesco, meravigliato.
“Era un vero mago dei pennelli!”, disse la maestra ridendo.
La maestra sfogliò un’altra pagina.
“Adesso vi mostro un altro capolavoro. Guardate: questo è ‘L’Ultima Cena’.”
I bambini rimasero a bocca aperta.
“Ma è enorme!”, notò Marco.
“Giusto! Leonardo non lo ha dipinto su una tela, ma su un muro dentro una chiesa di Milano.”
“E cosa rappresenta?”, domandò Lucia.
“Rappresenta il momento in cui Gesù dice ai suoi amici, gli apostoli, che uno di loro lo tradirà. Guardate le loro facce… sembrano davvero sorpresi e agitati, vero?”
I bambini annuirono, studiando le espressioni dei personaggi.
“Come ha fatto Leonardo a renderli così vivi?”, chiese Matteo.
“Ha osservato tantissime persone per capire come cambiano le espressioni quando proviamo emozioni!”
“Anche io voglio imparare a disegnare così!”, disse entusiasta Sara.
“Allora devi fare come Leonardo: osservare tutto con attenzione e provare, provare, provare!”, rispose la maestra.
“Ma Leonardo non era solo un pittore. Era anche un inventore!”, disse la maestra, disegnando sulla lavagna una spirale strana.
“Sapete cos’è questa?”
I bambini si guardarono tra loro.
“Forse è una trottola?”, disse Luca.
“Un’elica?”, azzardò Tommaso.
“Bravo! È la “vite aerea”, una specie di elicottero che Leonardo aveva immaginato. Lui ha studiato, anche, il volo degli uccelli per creare macchine che permettessero agli uomini di volare.”
“E funzionavano davvero?”, chiese Giulia.
“All’epoca no, perché non esistevano i materiali giusti. Ma oggi molte delle sue idee sono state usate per costruire aeroplani e elicotteri!”
I bambini rimasero a bocca aperta.
“Quindi era un inventore del futuro!”, esclamò Matteo.
“Esatto! Aveva idee troppo avanzate per il suo tempo.”
La maestra fece una pausa e poi disse con voce bassa, come se volesse svelare un segreto.
“Sapete che Leonardo scriveva al contrario?”
“Cosa?!”, esclamò Luca incredulo.
“Sì! Scriveva le parole da destra a sinistra, come se fossero allo specchio! Per leggerle, bisognava mettersi davanti a uno specchio!”
“Ma perché faceva così?”, domandò Sofia.
“Forse per non far copiare i suoi appunti… oppure perché gli veniva naturale scrivere in quel modo!”
I bambini presero i loro quaderni e iniziarono a provare a scrivere al contrario, ridendo per la difficoltà.
“Non è facile!”, disse Francesco.
“Eppure Leonardo lo faceva spesso!”, disse la maestra.
“Sapete qual era la cosa più importante per Leonardo?”, chiese la maestra.
I bambini rimasero in silenzio, aspettando la risposta.
“Non smettere mai di essere curioso!”
“Anche noi vogliamo essere curiosi come Leonardo!”, esclamò Tommaso.
“Esatto! Anche voi potete essere come Leonardo: osservate, fate domande, provate a disegnare e a sperimentare. Ogni cosa nuova che imparate vi renderà più grandi!”
E così, quel giorno, tutti i bambini decisero che avrebbero guardato il mondo con occhi diversi, proprio come faceva Leonardo.