Le origini del termine non sono molto certe. Qualcuno fa risalire il tutto a qualche avvenimento storico, mentre altri pensano che il modo di dire derivi dalla leggenda di una merla che, riuscita a scampare all’inverno, si burlò del mese di gennaio, il quale però si offese e chiese in prestito altri tre giorni di freddo al “collega” febbraio, facendola pagare così alla merla infreddolita!
Un’altra versione del mito invece s’intreccia con l’origine del colore dell’uccello in questione e narra che una merla dalle piume bianche come la neve cercò riparo dai rigori dell’inverno, che negli ultimi tre giorni di gennaio si era fatto ancora più gelido, all’interno di un comignolo. Il calore del nascondiglio le salvò la vita, ma quando alla fine del terzo giorno poté tornare a volare all’aperto, il suo piumaggio era ormai irrimediabilmente nero a causa della fuliggine.
In realtà, le statistiche meteo dicono che questa credenza non corrisponde sempre alla realtà climatica. Anzi spesso sono giorni con un grado in più rispetto alla media stagionale.
Nell’Italia settentrionale questi giorni sono occasione di piccoli riti e motti popolari. A Lodi, ad esempio, durante i giorni della merla vengono intonati canti in dialetto!
In provincia di Cremona si ascoltano, durante questi giorni dei canti popolari. A Stagno Lombardo, Crotta d’Adda e Pizzighettone, Soresina, Formigara, Cornaleto, Pianengo e altri, si usa innalzare un grande falò o riunirsi sul sagrato di una chiesa o in riva al fiume per intonare le canzoni insieme al coro vestito con abiti contadini degustando vino e cibi tradizionali…