Le Isole di Plastica sono un enorme accumulo di rifiuti che galleggiano nell’oceano.
Sono composte principalmente da materiale plastico oltre ad altre tipologie di rifiuti.
La plastica per sua natura non è biodegradabile, ha una forte persistenza ambientale ed è di difficile eliminazione.
Quando si parla di plastica noi pensiamo alle bottiglie di bibite o acqua, ai contenitori usa e getta, agli involucri e alle buste. In tutto il mondo si produce plastica continuamente, e in grande quantità e varietà.
La plastica è molto utilizzata per un motivo molto semplice: è economica, leggera, resistente e duratura. Tutte caratteristiche ottime se si guarda all’uso da parte dei consumatori. Per le sue capacità di resistenza, ci verrebbe di considerarla un materiale di lunga durata ma, vista l’economicità del prodotto e la sua flessibilità, viene più comunemente utilizzata in oggetti detti “usa e getta”. Questo comporta una produzione di rifiuto talmente alto e il suo riutilizzo diventa complesso.
Per fortuna, negli ultimi anni, le politiche ambientali sono diventate più esigenti nel sensibilizzare al riciclo. Ciò non toglie che in passato si è arrivati alla creazione di veri e propri ammassi di spazzatura plastica nei nostri mari.
L’isola di Plastica nel Pacifico (Great Pacific Garbage Patch), detta anche Pacific Trash Vortex, è il più famoso e grande accumulo di rifiuti galleggiante del mondo. È composta soprattutto da plastica, metalli, residui organici in degradazione e parti di multimateriale. Si trova nell’Oceano Pacifico, e si sposta secondo la corrente oceanica subtropicale del Nord Pacifico. Ha dimensioni sconcertanti: è la penisola iberica di plastica in mezzo all’Oceano Pacifico.
Ma non è la sola…L’isola di plastica del Sud Pacifico (South Pacific Garbace Patch); La Pacific Trash Vortex, l’isola di plastica al largo del Cile e del Perù. Si stima sia grande 8 volte l’Italia; l’isola di plastica dell’Atlantico del Nord (North atlantic garbage patch) che si trova nel Nord dell’Oceano Atlantico ed è la seconda più grande per estensione e si sposta grazie alla corrente oceanica omonima; l’isola di plastica Atlantico del Sud (South Atlantic garbage patch) che viene dichiarata come la “più piccola” delle Isole di plastica. La si vede galleggiare tra l’America del Sud e l’Africa meridionale; l’isola di plastica dell’Oceano Indiano; l’isola di plastica nel Mar Artico. vicinissimi al circolo polare artico. Qui si radunano le materie plastiche scartate dall’Europa e una parte di quelle del Nord America.
Queste isole di plastica si sono formate grazie alle grandi industrie che in maniera irresponsabile scaricano rifiuti in mare. A queste si aggiungono le navi da pesca, i rifiuti lasciati sulle spiagge, le piattaforme petrolifere etc.
La situazione è chiara, l’unica maniera per ridurre questo inquinamento è cercare di ridurre al minimo l’uso della plastica, specialmente negli imballaggi. Il riciclo e riuso diventa fondamentale: confezioni di detersivi, bottiglie e buste possono essere riusate dandogli una seconda vita. Cambiare le nostre abitudini di acquisto è di un’importanza unica. Cercare di comprare “alla spina”, utilizzare buste di tela per la spesa, acquistare sistemi di filtrazione dell’acqua per eliminare le bottiglie, promuovere progetti di pulizia dell’ambiente, compresi mari, fiumi e laghi.