Il Cilento è la culla della dieta mediterranea, ma è anche terra dalla storia antichissima: viaggio nei sapori del Cilento, tra presidi slow food e gustose tradizioni.
Il Cilento è terra dai sapori che fanno bene al cuore “in tutti sensi”, come conferma la dieta mediterranea.
Ecco cinque tappe per un tour del gusto a regola d’arte, che toccano il bello e il buono di questi luoghi.
PRIMA TAPPA – PADULA
Un viaggio nel Cilento riserva continue sorprese. Nel cuore del Vallo di Diano troviamo il più grande complesso monastico d’Italia: la Certosa di Padula. Questa struttura imponente, che è stata convento e anche campo di prigionia all’epoca della Seconda guerra mondiale, racchiude secoli di storia e di arte. Nel Vallo di Diano vengono prodotte delle salsicce e delle soppressate da leccarsi i baffi.
SECONDA TAPPA – GIOI
Un altro tesoro inestimabile si trova a Gioi, pittoresco borgo incastonato nel Parco Nazionale del Cilento. Solo qui si produce l’omonima e saporita soppressata di Gioi, presidio slow food, un gustoso salume con un cuore di lardo che viene stagionato per circa 40 giorni e poi affumicato con fuoco a legna. Questo procedimento serve a esaltare il caratteristico aroma intenso della carne di suino.
TERZA TAPPA – PAESTUM E VELIA
È bello poi lasciarsi incantare dalla maestosità delle colonie greche di Paestum e Velia, siti archeologici di grande fascino che fanno da cornice ai sapori di Casal Velino patria dei presidi dell’Oliva Ammaccata e del Cacioricotta. Il Cacioricotta prodotto con latte crudo da capre allevate allo stato semibrado nel Parco Nazionale del Cilento è un formaggio saporito, ideale anche grattugiato su piatti semplici. Ma la specialità più originale è la stuzzicante oliva ammaccata preparata con l’oliva Salella, una varietà locale che dona un olio gustoso. Le più succulente, raccolte a mano direttamente dai rami, vengono pestate pazientemente a una a una con un sasso piatto levigato dall’acqua di mare. Una volta snocciolate, vengono immerse in acqua per alcuni giorni e successivamente in una salamoia aromatizzata con alloro e finocchietto, prima di porle definitivamente sott’olio, condite con aglio, origano o timo in un barattolo. Si tratta di un lavoro lungo, fatto di tanti passaggi che richiedono pazienza e amore, ma il sapore ripaga ogni fatica.
QUARTA TAPPA – CASTELLABATE E CICERALE
La tappa successiva è Castellabate, dove si può godere dall’alto un panorama mozzafiato sul golfo e sulle calette più belle d’Italia, che ogni anno collezionano premi e riconoscimenti. Questo è il posto giusto per assaggiare un piatto della tradizione gustosissimo: le lagane e ceci. Le lagane sono una pasta a strisce larghe preparata con solo acqua e farina e servita nelle classiche scodelle di terracotta. Le sue origini risalgono ai tempi dei Greci che le cucinavano su pietre roventi e le condivano con i ceci. Il Cilento infatti è la patria dei ceci di Cicerale, dalla particolare forma tonda, più piccola e con un sapore più intenso di quelli tradizionali. Con questi ceci si prepara anche la ciambotta cilentana, che nasce come piatto povero in cui concentrare tutti gli avanzi di ortaggi e verdure. Oggi preparata principalmente con ceci, patate, melanzane, pomodori e peperoni si serve come contorno, anche se un tempo rappresentava un sostanzioso piatto unico.
QUINTA TAPPA – PISCIOTTA
Un tour del gusto in queste terre prevede una sosta a Marina di Pisciotta che non è solo un delizioso borgo marinaro, ma è presidio slow food delle Alici di Menaica. Si tratta di una particolare tecnica di pesca praticata da un piccolo gruppo di pescatori di Pisciotta. Le donne del posto, poi, lavorano le alici e le mettono sotto sale nei vasi con una manualità che richiede grande maestria. Per gustarle subito, conviene fermarsi in un’osteria di Pisciotta e ordinare il piatto tipico: le alici ripiene e cucinate in una gustosa salsa di pomodoro. Salendo al paese vecchio si gode dello spettacolo degli ulivi centenari con cui si produce il pregiatissimo olio pisciottano dop.