Innanzitutto bisogna sapere che in realtà, le “punture” di medusa non esistono.
Le meduse non hanno aculei o pungiglioni, ma solo lunghi tentacoli composti da cellule che, a contatto con un corpo estraneo in questo caso, la nostra pelle, rilasciano una sostanza velenosa e urticante.
La maggior parte delle volte il fastidioso contatto provoca dolore e prurito localizzato nell’area in cui la medusa ci ha toccati, ma in alcuni casi, a seconda delle predisposizioni fisiche del soggetto o del tipo di medusa incontrata, il veleno dei tentacoli può anche scatenare violente reazioni allergiche.
Per prima cosa, quando ci accorgiamo di essere stati toccati da una medusa, dobbiamo uscire dall’acqua e non farci prendere dal panico, nonostante il dolore sia fastidiosissimo, nel 90% dei casi esso cesserà nel giro di 30-60 minuti.
Per diluire le tossine, è buona pratica lavare con acqua di mare le ferite, rimuovere eventuali residui di tentacoli rimasti attaccati alla pelle, magari con della sabbia, senza però sfregare troppo e poi risciacquare ancora una volta la zona interessata con dell’acqua calda, non ustionante ovviamente. Qualora fosse disponibile, si può anche applicare una crema, facilmente reperibile nelle farmacie, a base di solfato di alluminio o cloruro di alluminio.
E per non far restare la cicatrice, basta proteggere la ferita dal sole. Ma se il dolore persiste e il bruciore diventa insopportabile e l’infiammazione ricopre gran parte del corpo perché magari siamo stati toccati da più meduse, allora è opportuno recarsi al Pronto Soccorso.
Alcune leggende metropolitane vorrebbe che per far passare rapidamente il dolore si dovrebbero applicare sulla ferita sostanze come ammoniaca, alcool o addirittura urina. Ebbene simili rimedi non solo non arrecano alcun beneficio, ma rischiano addirittura di peggiorare la situazione!