Quest’anno, per l’anniversario della Liberazione dal nazifascismo, l’Associazione dei partigiani d’Italia (Anpi) ha invitato giovani e adulti a portare un fiore nelle strade dedicate ad antifascisti e partigiani.
Anche se siamo ormai distanti dalla guerra partigiana del 1943-1945, resta importante ricordare i protagonisti di quel periodo che rischiarono la propria vita per la libertà, la democrazia e il bene della collettività. Tra i protagonisti di quelle vicende, non vanno dimenticate le migliaia di donne che, con coraggio e determinazione, animarono la Resistenza. Tra queste, colpisce la vicenda di Onorina Brambilla, Nori per gli amici: quando i tedeschi, con l’aiuto dei fascisti, occuparono tutto il Nord Italia, entrò a far parte dei Gruppi di Difesa della Donna, che aiutavano i partigiani procurando loro cibi e indumenti. Questo, però, non le bastava, così decise di unirsi ai Gruppi di Azione Patriottica (GAP) di Milano, squadre di partigiani che compivano azioni di sabotaggio e attentati contro le forze nazifasciste. Nori cominciò, così, a trasportare armi nascoste nel cesto della sua bicicletta e a partecipare a operazioni pericolose, finché fu arrestata e torturata dalle SS, infine reclusa nel campo di concentramento di Bolzano. Il 30 aprile 1945, Nori, a seguito della Liberazione, lasciò il campo per far ritorno a casa.
A Nori, scomparsa nel 2011, porgiamo idealmente un fiore di pesco, simbolo di riconoscenza, per aver creduto in un’Italia diversa.
Ilaria Lembo