L’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 ha ridefinito la nostra quotidianità, modificando comportamenti, abitudini e rapporti sociali.
La pandemia ha avuto e continua ad avere ripercussioni nelle dinamiche sociali e in ogni settore economico, ma la salute dei cittadini resta la preoccupazione principale di ogni Paese.
Siamo ormai abituati a confrontarci con i pareri degli esperti dell’OMS in merito all’andamento della diffusione del coronavirus, all’efficacia dei vaccini e alle ipotesi più probabili che riguardano l’origine di questo virus.
Ma cosa significa l’acronimo OMS? Questa sigla indica l’Organizzazione mondiale della sanità, in inglese World Health Organization, l’agenzia dell’ONU specializzata in materia sanitaria, con sede a Ginevra.
Alla fine della Seconda guerra mondiale i Paesi coinvolti nel conflitto furono chiamati ad affrontare, oltre alle distruzioni materiali, il riemergere di malattie ed epidemie, come quelle di vaiolo, tifo e colera. Fu così che l’Onu, nel 1946, istituì l’OMS, entrata in vigore il 7 aprile 1948, con l’obiettivo prioritario di garantire, come espresso nell’articolo 1 della sua Costituzione, “il raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute”, intesa non semplicemente come assenza di malattia ma come completo benessere fisico, mentale e sociale.
Ilaria Lembo