Luca Attanasio: “Io e mia moglie abbiamo tre bambine e quando dico che sono ambasciatore in Congo tutti sono stupiti, ci dicono che è pericoloso. Ma partiamo da un presupposto, fare l’ambasciatore è una missione. Hai il dovere di dare l’esempio”.
Roberto Burioni: “La scienza che ha portato un robot su Marte è la stessa che fa funzionare il vostro telefonino o computer, che vi dice di portare le mascherine, di evitare i luoghi chiusi, di vaccinarvi alla svelta e con tranquillità”.
Renato Zero: “Quando da ragazzo uscivo vestito di piume per le strade della Montagnola, il quartiere in cui sono cresciuto, mi gridavano cose cattive e mi riservavano scherni, lazzi e ironie grevi. Il giudizio degli altri mi ha spinto a cercare di capire e non a chiudermi in me stesso, ad analizzare le ragioni di quelli che mi scagliavano addosso aggettivi e identità forzate, più che a rispondere a tono. Sono stato forte, anche se ho sempre pensato che al cattivo gusto, alla violenza verbale e alla brutalità di certe recinzioni, bisognasse reagire con l’ironia e con l’invenzione rabbiosa. Spesso mi dicevano ‘sei uno zero’, è stata l’ispirazione per il mio nome d’arte. Se c’è stato malessere, comunque, non mi sento di disconoscerlo. Mi è servito. È stato carburante. Mi ha permesso di marciare e mi consente di farlo ancora oggi”.
Bill Gates: “Ho imparato moltissimo quando lavoravo alla Microsoft. Ho adattato ciò che ho imparato lì quando ho iniziato a lavorare per la mia fondazione. Una cosa importante che abbiamo fatto è per esempio cercare di assicurare la sopravvivenza dei bimbi.
Quando abbiamo iniziato c’erano più di 10 milioni di bambini di meno di 5 anni che morivano ogni anno. Adesso, grazie al nostro lavoro ed al lavoro dei nostri partner, sono meno di 5 milioni i bambini che muoiono.”
Gianni Iapichino su sua figlia Larissa Iapichino: “A 12 anni Larissa non voleva nemmeno sentir parlare di atletica, visti i precedenti miei e della mamma, ma alla fine il richiamo dell’atletica è stato inevitabile, con i risultati che sono iniziati ad arrivare immediatamente, e importanti, già nelle prime gare della scuola. Era la sua strada. Tutti i segnali la portavano lì, e se ne è resa conto da sola. In poco tempo è diventata una vera atleta, grintosa e consapevole del suo valore. Sono emozionato e orgoglioso della mia bambina, che ormai è diventata una donna ed è capace di cose straordinarie, le dico che le voglio un gran bene e di continuare così con il sorriso.”
Fiona May dopo che sua figlia Larissa Iapichino, con un salto di 6,91 metri, ha eguagliato il suo record italiano indoor nel salto in lungo, ottenendo anche il nuovo record del mondo under 20: “È incredibile, ho deciso solo all’ultimo di venire a vedere la gara. Dopo il secondo salto ho pensato: Larissa mi supera! Dava quella sensazione. Ora deve provare a vincere le prime medaglie. Se arriva a 15 medaglie allora diventerà la regina della famiglia.
Le ho insegnato tante cose sull’aspetto mentale e ora stanno arrivando i frutti del lavoro è molto decisa in pedana. Mi somiglia come testa e come grinta”.
Liliana Segre: “A me dispiace da matti avere 90 anni e sapere che ho pochi anni ancora davanti, anche se gli odiatori ogni giorno mi augurano di morire, mi dispiace tantissimo di dover abbandonare la vita. Perché la mia vita mi piace moltissimo.
Ad Auschwitz non scegliemmo di attaccarci ai fili elettrificati per scegliere la morte, che sarebbe arrivata in un secondo. Noi scegliemmo la vita, parola importantissima che non va sprecata e non va mai dimenticata nemmeno un minuto.
Non bisogna perdere neanche un minuto di questa straordinaria emozione che è la vita.
Perché nel tic-tac, che è il tempo che scorre, il tic è già tac”.