Lo specchio restituiva l’immagine di una donna che aveva trascorso una notte insonne: occhi infossati e viso stanco. La prof notò anche i numerosi capelli bianchi spuntati nella capigliatura, aggrottò la fronte così constatò che erano aumentate anche le rughe. Guardò di nuovo l’orologio, poi indossò una camicetta e lasciò il pantalone del pigiama ben abbinato alle comode ciabatte blu. Bevve ancora un sorso di caffè per farsi coraggio: un’altra giornata all’insegna della didattica a distanza stava per cominciare.
 Spazientita, pochi minuti dopo l’accensione del laptop, cominciò a chiamare il figlio.
 «Ivan! Ivan! Corri! Non ho linea o non c’è campo, che ne so… non riesco a connettermi a internet! Come si può fare? Devo collegarmi per la videolezione con la classe virtuale!»
 Il figlio annunciò il suo ingresso in cucina con sbadigli e borbottii, si diresse all’angolo adibito allo smart working.
 «A’ ma’, tutto si può fare, basta un po’ di calma e venti euro, vedrai che ti risolvo il problema» rispose serafico il ragazzo.
 Infatti, bastò un click di accensione al modem di casa e la linea fu ripristinata. La videolezione trascorse quasi serenamente, la prof fece finta di non vedere molte cose: l’alunno che mangiava tranquillamente un cornetto davanti allo schermo; un altro che veniva rincorso per la stanza dalla sorella armata di una scopa; c’era chi aveva lasciato la postazione dimenticando di spegnere la cam; fece finta anche di non sentire la signora Marini che suggeriva tutte le risposte al figlio ancora mezzo addormentato.
 La prof tirò un sospiro di sollievo verso l’una, quando concluse le noiose attività sul registro online e spense finalmente il laptop. Per distrarsi, si dedicò alla cucina, poi al carico della lavatrice, poi fece fare un po’ di movimento anche all’aspirapolvere che di certo si annoiava. Di pomeriggio l’attendeva la correzione dei compiti, non sempre l’operazione si poteva considerare semplice!
 «Ivan! Ivan! Corri! Un alunno mi ha inviato i compiti da correggere su WhatsApp. Come posso inviarli sul registro elettronico?» chiese disperata al figlio.
 «A’ ma’, sempre con molta calma e venti euro, si può fare tutto! Ecco: avvicina il telefono al PC e comanda a voce alta “Hop! Hop!”. Vedrai che il compito salterà da un dispositivo all’altro, come un pesce rosso da una boccia d’acqua all’altra!» spiegò Ivan.
 «Senti, venti euro te li dò ma non provare a prendermi in giro, piuttosto fammi vedere come si fa!» rispose la prof stizzita.
 «Ma questa è una prestazione aggiuntiva, eh, posso farti diventare una Superprof con dei superpoteri da paura! Certo, non basteranno venti euro… » aggiunse mentre eseguiva velocemente le operazioni richieste 
 La prof guardò suo figlio, dimostrava sicuramente spirito d’iniziativa e capacità imprenditoriale ma…tutto a suo danno. 
  
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