L’euro festeggia i suoi primi 20 anni: da valuta virtuale, utilizzata inizialmente dalle banche e dai mercati finanziari, l’euro divenne una realtà tangibile il 1° gennaio 2002, quando furono immesse in circolazione banconote e monete in euro che i cittadini europei iniziarono a usare al posto delle precedenti valute nazionali. Fu un evento storico preceduto da anni di preparativi, decisioni cruciali e campagne informative rivolte alla popolazione.
Tappa decisiva nella creazione dell’euro fu la firma del Trattato di Maastricht nel 1992: la Comunità economica europea (Cee) diventò Unione europea con l’intento di realizzare un’integrazione politica fra i Paesi membri, preceduta da un’integrazione economica attraverso l’adozione di una moneta unica in grado di rendere meno costosa e più facile la circolazione di merci e cittadini.
Nel 1995 la nuova moneta fu chiamata euro dal Consiglio europeo di Madrid per la sua facile pronuncia in tutte le lingue e per evitare nomi con riferimenti nazionali. Anche la scelta del suo simbolo grafico fu dettata dalla volontà di evocare le origini dell’identità europea: il simbolo scelto, infatti, è un arco che ricorda la lettera epsilon dell’alfabeto greco antico(ε), lingua da cui deriva la parola Europa. Le due barre orizzontali parallele, invece, si riferiscono alla stabilità della valuta, requisito fondamentale per una moneta.
I cittadini italiani come accolsero l’introduzione dell’euro? La lira, anche se non sparì immediatamente dato che fu concesso un periodo di doppia circolazione delle valute nazionali e dell’euro, fu rimpianta da gran parte della popolazione alle prese con calcoli di conversione dalla lira alla nuova moneta (1 euro valeva 1936,27 lire) e con la crescita dei prezzi che determinò la perdita del potere d’acquisto degli italiani. Anche se inizialmente non tutti compresero i benefici a lungo termine che l’euro avrebbe comportato, col tempo questa moneta è diventata parte delle nostre vite, un simbolo tangibile dell’unità europea.