La mia amicizia con Piero e Nico è cominciata qualche tempo fa per caso. Ricordo che è successo nel momento in cui il fotografo scolastico ha distribuito la foto che ha scattato alla nostra classe, la mitica IV B, nel cortile della scuola la settimana precedente. Rilegata in un graziosissimo passepartout colorato con tutti i nostri nomi stampati con un carattere a ricciolini. Una foto perfetta: inquadratura, luce, soggetto. Tutti volti sorridenti e gioiosi, tranne il mio, quello di Piero e quello di Nico. La maestra Pina si è un po’ innervosita guardandola ed ha esclamato osservando le nostre espressioni: «Ragazzi, avete rovinato la foto di gruppo! Non c’era poi così tanto sole da costringervi a chiudere gli occhi! Non potevate sforzarvi di fare almeno un sorriso? A volte proprio non vi capisco!» Altro che sorriso! Una smorfia di dolore tra occhi sbarrati e denti digrignati si era vistosamente disegnata sui nostri volti disposti a triangolo sul sorriso fintissimo e innaturale a trentadue denti di Rocco Telafacciopagarecara. Piero era alla sua sinistra, io alla sua destra e Nico esattamente un passo avanti a lui. Nello stesso istante in cui abbiamo visionato la foto, ognuno di noi tre ha capito, ma c’era un dubbio da sciogliere. Una cosa era certa, lampante e fuor di dubbio: eravamo tutti compagni di sventura e la nostra sventura aveva un nome ed un cognome: Rocco Bellomo soprannominato da noi Telafacciopagarecara in un momento successivo quando abbiamo creato il club. Ma di queste cose ne parliamo dopo… In cortile, ricordo durante l’intervallo, ho cercato con lo sguardo Piero e Nico e senza bisogno di parlare ci siamo ritrovati sotto il grande olmo che troneggia proprio al centro. Non c’è stato bisogno di preamboli. Ha cominciato Nico: «So cosa vi state chiedendo. È evidente: ha solo due mani. Nel momento del clic, sì, dello scatto voglio dire, a voi avrà tirato dei pizzichi e a me ha dato un calcio. Se avesse potuto con l’altra gamba avrebbe fatto male a qualche altro…» «Sapete… mi tormenta da un po’» ho aggiunto io dopo un lungo sospiro, raccogliendo tutto il coraggio che si era nascosto in un angolo buio buio del mio cuore sin dalla prima elementare.
Trending