La cordigliera delle Ande è una catena montuosa che attraversa diverse nazioni dell’America del Sud, alcune delle quali sono denominati Paesi andini. In queste zone, in particolare in Perù, Colombia, Venezuela ed Ecuador, si è sviluppata nel corso dei secoli una musica discendente da tradizioni antiche che viene eseguita soprattutto durante le feste popolari e religiose ed è solitamente accompagnata da danze.
Per l’esecuzione della musica andina sono utilizzati strumenti tipici di questi territori. Il più noto è il cosiddetto flauto di pan, caratterizzato da più canne di diversa lunghezza legate tra loro e nelle quali si soffia dentro. Altro strumento a fiato molto in voga è la quenha, conosciuto anche come flauto delle Ande, costruito con una canna di bambù e con una struttura molto semplice. C’è poi il charango, uno strumento a corde simile ad una piccola chitarra, rispetto alla quale emette un suono più acuto. Tra gli strumenti a percussione, invece, ricordiamo il bombo, che è un tamburo di legno suonato con le mani o con le bacchette, e la quijada de burro, una vera e propria mascella d’asino, con tanto di denti e arricchita con dei sonagli.
Tra gli esponenti della musica andina c’è un gruppo famoso in tutto il mondo, quello degli Inti-Illimani. Gli Inti-Illimani si formarono sul finire degli anni ’60 e nel 1973, mentre erano in Italia, furono costretti all’esilio dopo il colpo di stato in Cile. Nonostante ciò non smisero di suonare, riuscirono a rientrare in patria nel 1988 e sono tutt’oggi attivi sulle scene.

