Il mese scorso si è celebrato il cinquantesimo anniversario di uno dei concerti più famosi e particolari della storia del rock. Si tratta di un’esibizione del gruppo inglese dei Pink Floyd ripresa nel 1971 a Pompei per farla diventare un film-documentario. La particolarità dello spettacolo è che si tenne negli scavi archeologici e che non c’era pubblico! I Pink Floyd sono sempre stati un gruppo che amava sperimentare e proponeva una musica stravagante, fatta di canzoni molto lunghe e con ampi spazi strumentali. Tra le varie cose bizzarre, c’è anche un breve brano blues in cui insieme al gruppo si esibisce Nobs, un cane che accompagna la musica con i suoi latrati.
Lo scenario dell’Anfiteatro Romano di Pompei, in pieno giorno, si rilevò uno sfondo perfetto e molto suggestivo. I musicisti, con il look che si portava negli anni ’70, un po’ trasandati, con capelli lunghi, barba e jeans, si mostrano concentrati sui loro strumenti. Adrian Maben, un regista scozzese naturalizzato francese, ebbe l’idea di realizzare questo film per mostrare qualcosa di completamente diverso dai grandi concerti dell’epoca caratterizzati da un pubblico vastissimo.
Oltre al gruppo che suona, nel film ci sono anche momenti in cui si vedono varie immagini degli scavi di Pompei e anche una sequenza girata alla Solfatara di Pozzuoli.
Il film “Live at Pompei” uscì nel 1972 ottenendo un buon riscontro di critica e di pubblico, divenendo poi nel corso degli anni un vero e proprio cult.

