I modi principali in cui vengono eseguite le musiche tradizionali africane sono due: le canzoni degli antenati e le rappresentazioni drammatiche.
Con le canzoni degli antenati un griot (poeta cantore) narra e tramanda eventi importanti celebrando ed evocando dei re o dei principi.
Le rappresentazioni drammatiche, invece, sono legate a riti importanti all’interno di una comunità e vengono eseguite solitamente insieme a danze e recitazioni.
La musica africana è stata un’influenza fondamentale anche in altri continenti. In particolare, ricordiamo come gli schiavi che furono deportati in America con i loro canti diedero origine al blues e al jazz.
Già da qualche decennio tanti artisti africani hanno avuto la possibilità di ottenere un discreto successo internazionale. Oggi sentiamo parlare spesso di afrobeat o afropop per indicare generi più o meno moderni che miscelano stili diversi, come jazz e funk, con le tradizioni africane. Negli ultimi anni, inoltre, il rap si è diffuso tantissimo in Africa.
Uno dei musicisti europei che maggiormente ha contribuito alla diffusione della musica africana è stato Peter Gabriel. Il cantante inglese, infatti, all’inizio degli anni ’80 contaminò la propria musica con alcuni elementi ritmici tipici di quella africana. Una sua canzone, “Biko”, fu scritta in memoria di un famoso attivista politico sudafricano ed è diventato un inno contro l’apartheid. Creò, inoltre, il movimento WOMAD, grazie al quale organizzò diversi festival a cui partecipavano numerosi musicisti africani.

