Con la rinuncia ai concerti, i Beatles tra il 1966 e il 1969 pubblicarono una serie di dischi straordinari. Questo fu possibile anche grazie all’apporto del produttore George Martin, che fu definito “il quinto Beatle” per l’importanza del suo lavoro in studio di registrazione. Martin usava tecniche di registrazione all’avanguardia per quei tempi: incideva il suono di uno strumento sopra l’altro, creava strani effetti sonori con nastri riprodotti al contrario, oppure tagliati e poi rimontati. Le canzoni dei Beatles, così, divennero più stravaganti. Inoltre, la band si fece influenzare dalla musica orientale e utilizzò in alcuni brani il sitar, uno strumento a corde indiano. Fu davvero un momento di grandissima creatività e ispirazione. Cambiò anche il look dei musicisti, con vestiti coloratissimi, barba e capelli lunghi.
Eppure qualcosa cominciava a non andare bene. I litigi divennero più frequenti. E si dice che Yoko Ono, artista giapponese e fidanzata di John Lennon, contribuì a far crescere i contrasti. I Beatles erano abituati ad essere da soli durante le registrazioni, invece Yoko divenne una presenza costante e spesso faceva dei commenti che innervosivano McCartney, Harrison e Starr. Fatto sta che la situazione divenne ad un certo punto insostenibile e nel 1970 la band si sciolse.
In nemmeno 10 anni i Beatles hanno fatto la storia della musica, realizzando canzoni indimenticabili e diventando un fenomeno di costume. E ancora ai giorni nostri sono molto amati da chi ha vissuto quel periodo e dalle generazioni successive.
Curiosità
La nipponica moglie di Lennon è stata fra i primi membri di Fluxus, un’associazione libera di artisti d’avanguardia, che si sviluppò all’inizio degli Anni ‘60. Tra le prime ad esplorare l’arte concettuale e le performance artistiche. Un esempio è “Cut Piece”, durante la quale Yoko se ne stava seduta su un palco ed invitava il pubblico a tagliare con delle forbici i vestiti che aveva addosso, fino a restare nuda.

