Barbie, la bambola più popolare del mondo

Barbie, la bambola più popolare del mondo

Lei nata per insegnare alle bambine ad essere “qualsiasi cosa volessero”

Elisa Coviello Esploriamo un mondo di giochi - Alla scoperta dei giochi più divertenti del pianeta.
Cilento - sabato 25 marzo 2023
barbie
barbie © https://pixabay.com/it

Imagination, life is your creation, così esordì la bambola bionda divenuta mito ed icona femminile degli ultimi 64 anni. Forse nessun'altra bambola è più famosa di Barbie, la bionda alta 30cm sempre alla moda, proprietaria di una casa da sogno, una cabriolet, una piscina, un camper, una Jacuzzi, un guardaroba haute couture, un cavallo, un cane e così via. Tra i giochi di ogni bambina ce ne è stata almeno una, con la quale si è fantasticato nel cambiarle gli abiti, pettinandole e colorandole i lunghi capelli, fingendo che fosse una principessa o una donna in carriera.

Alla fine degli anni ’50 a Willow, nel Wisconsin, Ruth Handler nell’ osservare sua figlia Barbara giocare, notò incuriosita che si divertiva nel far interpretare alle sue bambole di carta ruoli da adulte, rendendole protagoniste di piccole scene di vita quotidiana; qui nacque l’idea di creare una bambola che assomigliasse ad una vera donna. Fino ad allora, sul mercato americano non c’era nulla del genere e, mentre i maschi potevano scegliere tra macchinine, pupazzi e palloni, l’unica scelta disponibile per le femmine erano bambolotti in fasce a cui fare da mamma. Durante un viaggio in Svizzera, Ruth scoprì Bild Lilli, versione “action figure” del personaggio di fumetti pubblicati dal quotidiano tedesco Bild Zeitung; la donna ne rimase colpita e col sostegno del marito Elliot, co-fondatore della casa di giocattoli Mattel, iniziò a lavorare al suo progetto. Acquistarono brevetto e diritti della bambola tedesca, la rielaborarono e la inviarono in Giappone per la produzione. Nacque così Barbara Millicent Roberts, meglio conosciuta come Barbie, una bambola in vinile alta 29,2 centimetri per 205,2 grammi di peso con il corpo di un’adulta e il make up in voga dell’epoca, ispirato al famoso scatto di Erwin Blumenfeld cover del numero di Vogue del 1° gennaio 1950. La bambola esordì nei negozi il 9 marzo 1959, con un costume da bagno zebrato, la pelle chiara e i capelli neri legati in una lunga coda; nel primo anno ne furono venduti 350.000 esemplari. L'8 marzo 1974 venne prodotta per la prima volta a San Francisco una Barbie snodabile.  Col gran successo ottenuto, Mattel ne accrebbe il mito con una vera e propria biografia, affiancando alla minuta bambola una numerosa famiglia, il famoso fidanzato Ken e un gruppo di amici provenienti da vari Paesi, che costituirono un nuovo sistema di personaggi del mondo di Barbie

La fashion doll venne ideata e pensata come un oggetto sul quale le ragazzine potessero proiettare le loro stesse del futuro e, allo stesso tempo, testimoniava che essere una donna adulta non significa solo fare la madre. Barbie cominciò presto a lavorare passando dalla carriera iniziale di modella a quella di insegnante, infermiera, ballerina, assistente di volo, giungendo alla conquista dello spazio, arrivando sulla luna, anticipando Neil Armstrong e la storia. Superato il periodo della contestazione giovanile e le critiche delle femministe che vedevano in Barbie il prototipo della donna oggetto, la creatura di Ruth Handler affrontò disco-music, aerobica, alternando le professioni di chirurgo, rock star, manager in tailleur, da perfetta promotrice della democrazia fra i sessi nel mondo del lavoro. Spirito indipendente ed eclettico, nel 1989  Barbie diventò ambasciatrice dell'UNICEF, nel pieno sostegno dei diritti dei bambini del mondo.

Oltre ad adattarsi alle mode e agli stili delle varie epoche, negli ultimi anni, è stato fatto un importante passo in avanti: oggi Barbie e Ken si mostrano con nuovissimi look, colori di pelle diversi, acconciature e tratti unici, con apparecchio acustico, in sedia a rotelle o con una protesi alla gamba, con vitiligine, tutte rappresentazioni che hanno come fine principale l’inclusione e l’ispirazione per tutte le persone con disabilità; lentamente si abbandona il concetto di perfezione per lasciare ampio spazio a quello di diversità, inclusione ed unicità.

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