L’Orchestra Molesta

di Gianni Micheli

L’Orchestra Molesta di Gianni Micheli

Il giorno 17 del mese di luglio la famosa Orchestra della Musica di Classe elesse il suo rappresentante, l’unico e insostituibile Presidente.

Bimed I racconti di Bimed
Cilento - mercoledì 22 marzo 2023
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orchestra © personale

L’Orchestra Molesta

di Gianni Micheli

Il giorno 17 del mese di luglio la famosa Orchestra della Musica di Classe elesse il suo rappresentante,

l’unico e insostituibile Presidente. Ad ottenere i voti dell’intera Orchestra fu il primo Clarinetto.

Clarinetto era ben noto per i suoi glissati avvolgenti e per gli acuti scoppiettanti. Di tutti era un amico.

Quando salì sul podio per il suo primo discorso, tuttavia, l’Orchestra rimase di stucco.

«Grazie per avermi eletto» disse Clarinetto vestito con un meraviglioso frac nero senza un difetto.

«In virtù dei poteri che mi sono stati conferiti dichiaro che, da oggi, i ruoli dell’Orchestra saranno

assegnati dai colori».

Il brusio fu generale. Oboe, anche lui nero come il buio, si affiancò a Clarinetto.

«Alla schiera degli strumenti neri saranno assegnati i ruoli di privilegio: Oboe tu sarai il Primo

Ministro, i Clarinetti costituiranno il Ministero delle Chiavi di Violino, Pianoforte tu sarai il Ministro

dei Pentagrammi, Ottavino tu sarai il Ministro degli Acuti, Controfagotto e Corno Inglese voi sarete

tra gli Onorevoli delle Partiture».

«Ma è uno scandalo!» urlò la Grancassa.

Il Clarinetto Basso fu lesto a bucarle la pelle con la campana. Tutti gli altri osservarono la scena

vibrando di paura.

«Il resto sarà così suddiviso: Ottoni e Tamburi, dorati, splendenti e rumorosi, costituiranno l’Esercito

del Ritornello e la Guardia Personale degli strumenti neri. Trombone ti nomino Generale e assegno a

te il compito di suddividere i ruoli come si deve!»

«Sissignore!» esclamò Trombone, soddisfatto d’aver ottenuto un buon posto in quell’inatteso

cambiamento.

«E noi?» provò a chiedere il Primo Violino, finora sempre il primo ad essere onorato dagli applausi.

«Voi? Voi corde tutte, Violini, Viole, Violoncelli, Contrabbassi, Chitarre e Arpe, con quel marrone

legnoso che tanto richiama la terra, sarete la nostra forza lavoro. Sarete il nostro sudore. Sarete il

nostro sostentamento»

«Cioè? Voi clarinetti neri non suonerete più?» provò a commentare un Contrabbasso.

«Suoneremo l’indispensabile!» disse Clarinetto e, compiuta una svolazzante scala musicale, se ne

andò in camerino seguito da tutti gli strumenti neri e dorati.

«Ed ora?» provò a dire, appena sussurrando, uno Xilofono. Nessuno l’aveva chiamato e lui, incerto,

aveva preferito non farsi notare.

«Dovremo far capire a Clarinetto che sta sbagliando: il valore di un’Orchestra sta proprio nella sua

diversità, nel rispetto di ogni ruolo, nella necessaria varietà dell’insieme… che c’entrano i colori!!!»

disse il Primo Violino ancora incredulo.

«Oppure… andiamo a colorarci tutti di nero!» suggerì una Viola e l’idea ottenne non pochi consensi.

«Ma prima… ripariamo la Grancassa?» suggerì un timpano pieno d’affetto.

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