Pianeta senza chiama Pianeta con di Fulvia Niggi
Nonna Elda non era più la stessa da quando, a causa del Coronavirus, era stata costretta a rimanere chiusa per tre mesi in una squallida casa di riposo a poco prezzo.
Nonna Elda non era più la stessa da quando, a causa del Coronavirus, era stata costretta a rimanere
chiusa per tre mesi in una squallida casa di riposo a poco prezzo.
Fortunatamente era scampata al contagio, ma la cecità si era rivelata un grande handicap… un
tempo, avrebbe superato la noia di tante giornate monotone leggendo un buon libro.
Purtroppo, da quando era stata aggredita con dell' acido durante una rapina nella propria abitazione,
la sua vita aveva preso una piega diversa e la pandemia, di certo, non aveva migliorato la
situazione: le era stato vietato di passeggiare nel piccolo giardino antistante la struttura; la
televisione era sempre accesa ma, dal momento che trasmetteva soltanto notizie nefaste, aveva
deciso di starne alla larga; le altre ospiti del ricovero non l' avevano mai invitata a giocare a carte,
perché la ritenevano incapace. Mai si era sentita così sola, così inutile, così ingiustamente
abbandonata dalla famiglia che aveva dovuto attenersi alle disposizioni del Ministero della Salute.
Un giorno di aprile, però, le era capitata una fortuna incredibile!
Mirko, un bambino di soli nove anni, l' aveva incantata suonando il pianoforte. Nonna Elda si era
affacciata alla finestra della sua camera per ascoltare meglio la dolce melodia. Dopo un applauso
sorto spontaneo, aveva urlato:
«Chi è che suona così bene?»
«Sono io» aveva risposto una vocina pimpante, giovane giovane.
«Io chi?» aveva provato a chiedere la nonnina, con voce timida e un po' rauca.
Da quel momento in poi, tutti i pomeriggi dalle 15 alle 18, i due nuovi amici si sarebbero dati
appuntamento per trascorrere tre ore insieme, rimanendo, ovviamente, ognuno nella propria stanza,
con la finestra aperta. La loro relazione a distanza avrebbe dato un senso a quel terribile periodo che
aveva generato, oramai in tutto il mondo, solitudine, ansia, paura e un' atmosfera di morte dilagante
Elda e Mirko: due generazioni a confronto, due persone apparentemente deboli e solitarie, ma non
per scelta.
Mirko era un bambino molto speciale: sapeva far danzare le proprie dita sul pianoforte senza
stancarsi mai. Riusciva addirittura a estraniarsi dalla realtà, immaginandosi in un paese senza
guerra, senza malattie, senza odio, senza negatività. L' aveva battezzato il “Pianeta Senza” e non si
era mai aperto con nessuno, in proposito. La nonnina, contenta della confidenza, aveva deciso di
inventare, a sua volta, un mondo parallelo, che aveva battezzato “Il Pianeta Con”.
«Con che cosa?» aveva chiesto incuriosito il piccolo Mirko.
«Con la pace, la gentilezza, la generosità e la salute... Tanta salute!»
Che bella amicizia! Che bei propositi! Insieme avrebbero sconfitto la noia.
Mirko era diventato l' eroe di Elda, Elda era diventata l' eroina di Mirko.
La creatività e l' entusiasmo dell' uno e l' esperienza e la sete di allegria dell' altra si compensavano
magicamente.
Alle 15 di ogni giorno, il bimbetto urlava dalla finestra
«Pianeta Senza chiama Pianeta Con, rispondete».
«Pianeta Con è sintonizzato con Pianeta Senza, passo».
Le giornate avevano iniziato ad essere ricche.
Nonna Elda raccontava i bei tempi quando a scuola, da brava maestra, spiegava ai suoi allievi come
studiare geografia, arte e musica. Mirko ascoltava rapito le belle storie di quella vecchietta in
gamba, poi osservava le proprie dita e il proprio pianoforte e iniziava a suonare e a cantare.
Protagonisti delle sue composizioni diventavano gli allievi di Elda e lei si emozionava ad ascoltare
l' originale trasposizione melodica delle sue stesse narrazioni.
Finché un giorno...