I tre omini nel bosco - terza ed ultima parte
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Le foto
Allora la matrigna si adirò ancora di più e pensava soltanto a tormentare più che poteva la figlia del marito, la cui bellezza tuttavia aumentava ogni giorno. Infine, prese un paiolo lo mise sul fuoco e ci fece bollire del filo. Quando fu bollito chiamò la povera ragazza e glielo appese alla spalla; le diede anche una scure perché andasse sul fiume gelato, aprisse un buco nel ghiaccio e vi bagnasse il filo. Ella obbedì, andò e fece un buco nel ghiaccio, e mentre adoprava la scure, arrivò una splendida carrozza in cui sedeva il re. La carrozza si arrestò e il re chiese: - Chi sei bimba mia, e cosa fai? - Sono una povera ragazza e bagno il filo-. Allora il re s’impietosì e, vedendo che era così bella, disse: - Vuoi venire con me? - Ah sì, di tutto cuore, -ella rispose; perché era felice di lasciare la madre e la sorella. Salì dunque in carrozza e partì con il re, e quando furono giunti al castello, con gran pompa si celebrarono le nozze, che gli omini avevano augurato alla fanciulla. Dopo un anno, la regina partorì un bambino, e quando la matrigna seppe di quella gran fortuna, andò con sua figlia al castello, col pretesto di farle visita. Ma una volta che il re non era in casa, e non c ‘era nessun altro, la cattiva donnaccia afferrò la regina per la testa e sua figlia l ‘afferrò per i piedi, la sollevarono dal letto e la gettarono dalla finestra nel fiume che scorreva là sotto. Poi la brutta figlia si mise al suo posto e la vecchia le coprì anche la testa. Quando il re fu di ritorno e volle parlare con sua moglie, la vecchia esclamò: - Zitto, zitto, adesso no: è tutta in sudore, dovete lasciarla riposare per oggi-. Il re non ci vide malizia e tornò soltanto la mattina dopo, e quando parlò con sua moglie ed ella rispose, ad ogni parola saltava fuori un rospo, mentre prima cadeva una moneta d’oro. Egli chiese di che si trattasse, ma la vecchia disse che era effetto di quella gran sudata e che poi tutto sarebbe scomparso. Ma quella notte lo sguattero vide un ‘anitra che veniva a nuoto per l ‘acquaio e disse: - Che fa il mio re a quest’ora? Dorme oppur veglia ancora? E poiché egli non rispondeva disse: - Le mie ospiti che fanno? Lo sguattero rispose: A quest’ora dormiranno. Ella chiese allora: Che fa dunque il mio piccino? Rispose: - Dorme dentro il suo lettino. Allora ella prese la figura della regina, allattò il neonato, sprimacciò il lettino, lo ricoprì, e nuotò via per l ‘acquaio sotto forma di anitra. Venne per due notti; la terza disse allo sguattero: - Va’ e dì al re che prenda la spada e sulla soglia la brandisca tre volte sul mio capo-. Lo sguattero corse a dirlo al re; questi venne con la spada e la brandì tre volte sullo spettro, e la terza gli apparve la sua sposa, fresca, viva e sana come prima. Il re era felice, ma fino alla domenica, giorno in cui il bambino doveva essere battezzato, tenne la regina nascosta in una camera. E dopo il battesimo disse: - Che cosa merita una persona, che ne tolga un’altra dal letto e la butti in acqua? - Non c’è dì meglio, - rispose la vecchia, - Che mettere quel furfante in una botte foderata di chiodi e farlo rotolare giù per il monte nell’ acqua-. Allora disse il re: - Hai pronunciato la tua sentenza-. Mandò a prendere la botte e ci fece metter dentro la vecchia e sua figlia; poi ne inchiodarono il fondo e la fecero ruzzolare giù per il pendio, finché rotolò nel fiume.
FINE
Atlante delle emozioni / Latavola dei destini
La fanciulla si reca con il filo e la scure sul lago ghiacciato. Seguiamo questo avvenimento e vediamo crescere il contrasto visivo tra il cerchio NERO del buco e il pavimento bianco della neve. Percepiamo che il buco è un accesso alle emozioni delle scure profondità: le acque della vita SOTTERRANEA, legata al modo di resistenza. La fanciulla perde le sue fattezze ordinarie e cambia il vestito, offre il pane poiché rinuncia all’abitudini, perde, si alleggerisce e cambia in meglio. Con l’immersione del filo nelle acque gelide, assistiamo all’esaltazione delle sue capacità intuitive che le serviranno per completare i cicli vitali della nascita e della morte. L’arrivo del re era stato annunciato dai nani come il suo destino. Perciò, la sua dipartita con il re e il loro matrimonio non è solo una vittoria, è l ‘entrata nel mondo della devozione e dell’amore: lo chiameremo TESORO. L’arrivo a corte della matrigna segna l ‘ultima tappa della crescita spirituale della fanciulla. La regina scaraventata dalla finestra dalla matrigna precipita nel fiume che scorre sotto le torri. L’elemento ACQUA/FIUME rappresenta simbolicamente un tempo che scorre con altri ritmi, più femminili, più morbidi: l’acqua la avvolge e la ricompone con le fattezze di anitra. Tutto si armonizza poiché l’anitra si trova nel suo elemento. L’anitra si mantiene nelle vicinanze del castello per poter adempiere alle funzioni di madre premurosa che cura e allatta il piccino. Tre volte ella formulerà la FILASTROCCA fatta di tre domande e tre riposte e tre volte si presenterà nella stanza del figlio. Il finale magico è compiuto dalla spada DI VERITÀ, che nelle mani dell’amato re, compirà il miracolo della seconda metamorfosi dell’anatra in regina. La vita ritorna a scorrere con le sembianze di sempre.