Olimpia
E vissero tutti sportivi e contenti
Non vi sarà di certo sfuggito che in questo periodo, a Pechino, capitale della Cina, si stanno svolgendo i Giochi Olimpici Invernali.
Quello che probabilmente vi sarà sfuggito, ed era sfuggito anche a me fino a cinque minuti fa, è quella parola che usiamo con tanta disinvoltura più o meno ogni due anni, quando ci sono questi grandi raduni sportivi, e cioè OLIMPIADE. O meglio, il suo significato.
Cuore di questo nobile termine è Olimpia, un’antica città della Grecia famosa, ai suoi tempi, per ospitare giochi a cui partecipavano atleti provenienti da tutte le coste del Mediterraneo, che era praticamente il mondo conosciuto all’epoca.
I giochi si tenevano ogni quattro anni, come si fa ancora oggi, ed erano avvolte anche da un profondo significato religioso. Olimpia era, infatti, anche sede di un importante tempio dedicato a Zeus e nota meta di pellegrinaggio.
Esistono molti racconti sulle origini delle olimpiadi, ma il più divertente, secondo me, è quello che vede il re Elomao e l’eroe Pelope impegnati in una corsa su quadrighe (carrozze a quattro cavalli) da Pisa a Corinto. Il motivo? La mano della figlia di Elomao, che Pelope voleva conquistare, Ippodamia.
La parte meno divertente e più “classica” della storia è il fatto che la fanciulla, per sfuggire a una maledizione, dopo essere stata liberata da Pelope, istituì i giochi in onore di Zeus nella città in cui era venerato, ovvero Olimpia.
E vissero tutti sportivi e contenti.
Cicciomede
[Copertina di Ivo Guderzo – ErrareUmano.org]