La sua funzione è ancora sconosciuta. Un noto egittologo sostiene che potrebbe portare alla vera stanza di sepoltura del faraone

La piramide di Cheope

Al suo interno è stato scoperto un corridoio segreto con l’utilizzo di tecniche non invasive

Mondo
Cilento venerdì 17 marzo 2023
di Anais Di Stefano
Antico Egitto
Antico Egitto © web

La civiltà dell’antico Egitto si sviluppò sulle sponde del fiume Nilo, che ogni anno straripava lasciando sul terreno uno strato di fanghiglia nera, il limo, che rendeva le terre circostanti coltivabili. Ciò ha portato alla nascita di uno Stato sempre più complesso, al cui vertice vi era il Faraone, il sovrano. Il suo palazzo costituiva il centro politico, religioso ed economico. A seguire, la casta che godeva di maggior prestigio era formata dai sacerdoti, conoscitori dei culti; poi gli scribi, conoscitori della scrittura geroglifica, avevano il compito di redigere documenti; infine, alla base della struttura piramidale, vi erano commercianti, artigiani, contadini e servi.  

Per rendere immortali i sovrani, gli egizi costruirono le piramidi. Tombe monumentali realizzate circa 4.500 anni fa. Migliaia di turisti si recano nel deserto egiziano per ammirare le piramidi di Cheope, Chefren e Micerino. A guardia della piramide di Chefren, si erge la Sfinge con la funzione di proteggere il faraone nell’aldilà. Alta circa 20 metri, presenta testa d’uomo e corpo di un leone.

A rimanere stupiti non sono solo i tanti turisti che si recano a Giza. Gli stessi scienziati tutt’oggi - data l’imponente opera di ingegneria - ne sono impressionati al punto da non riuscire a stabilirne con esattezza come sia avvenuta la loro realizzazione. È di recente scoperta l’esistenza di un corridoio nascosto all’interno della piramide di Cheope, la cui funzione è ancora un mistero. A darne conferma un gruppo di ricercatori egiziani, francesi, canadesi, giapponesi e tedeschi guidati da archeologi dell'Università del Cairo.

È il risultato del progetto internazionale che dal 2015 studia cosa vi è all'interno della grande piramide della quarta dinastia (2620-2500 a.C. circa) nei siti di Dahshur e Giza, a sud del Cairo. Il progetto denominato ScanPyramids Project, ha utilizzato tecnologie molto particolari che non necessitano scavi o altre indagini che avrebbero potuto danneggiare la struttura della piramide.

La novità sta nell'aver utilizzato la radiografia muonica, una tecnica che misura la quantità di particelle, chiamate muoni, con carica negativa, che si producono dallo scontro dei raggi cosmici con gli atomi dell'alta atmosfera, dopo che queste hanno attraversato corpi solidi. La tecnologia utilizza diversi sensori che, posizionati in punti particolari, permettono di capire se all'interno di una struttura solida, in questo caso la piramide, vi sono spazi vuoti, come ad esempio cunicoli o camere.

I risultati del lungo lavoro, pubblicati su Nature Communications, mostrano l'esistenza di un nuovo corridoio (di un altro tunnel si era parlato nel 2016 e nel 2017) che è lungo circa 9 metri, largo 2,10 metri e alto 2 metri. Il tunnel si nasconde all'interno di grandi blocchi disposti con una forma a "V" rovesciata, sulla faccia settentrionale della piramide. Si trova sopra al tunnel che il Califfo al-Ma'mun fece scavare per entrare nel cuore della piramide e che oggi è utilizzato dai turisti per la visita.

Il motivo di un corridoio si saprà solo facendo ulteriori indagini. Zahi Hawass, noto egittologo, sostiene che quel tunnel potrebbe portare alla vera stanza di sepoltura del faraone Cheope, mentre per altri archeologi non sarebbe altro che il risultato della sistemazione dei massi con un ordine tale da ridurre il peso gravante sul passaggio che partiva dall'ingresso originario.

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