La Stazione Spaziale Internazionale è stata chiamata Yuri Gagarin in suo onore
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61 ANNI FA IL PRIMO UOMO NELLO SPAZIO

Dall’inizio dell’era spaziale sono stati più di 570 gli esseri umani che hanno viaggiato in orbita, circa 70 le donne, e nuovi equipaggi si stanno preparando a nuove missioni dirette alla Luna e si guarda al futuro...

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Cilento domenica 19 giugno 2022
di Aing
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Yuri Gagarin © web

La navetta russa Soyuz è stata lanciata dalla base di Baikonur (Kazakhstan) verso la Stazione Spaziale Internazionale con il nuovo equipaggio: i russi Oleg Novitskiy e Pyotr Dubrov, con l’americano Mark Vande Hei. È stata chiamata Yuri Gagarin, in onore del primo uomo nello spazio.  Il lancio precede infatti di pochi giorni i 60 anni dallo storico volo di Yuri Gagarin, che il 12 aprile 1961 per la prima volta portò un uomo nello spazio. Ma chi era Gagarin?

Gagarin fu il primo uomo nello spazio.  Negli anni che seguirono l’URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche oggi Russia) dimostrò di poter mandare nello spazio navicelle con un equipaggio di più uomini, di saper portare a termine con successo una passeggiata spaziale (la prima in assoluto) e di poter raggiungere e circumnavigare la Luna con una sonda.

Il 12 aprile 1961, alle 9 e 7 minuti ora di Mosca, la sonda Vostok con a bordo il pilota-cosmonauta Yuri Gagarin fu lanciata dal cosmodromo di Baikonur, nell’allora Unione Sovietica. Solo 108 minuti dopo, il cosmonauta è atterrato vicino al villaggio di Smelovka nella regione di Saratov.

Il primo volo di un essere umano nello spazio durò quindi meno di due ore: rispetto ai voli moderni sembra ben poca cosa, ma 60 anni or sono quei 108 minuti erano destinati a diventare stellari non soltanto per la biografia di Gagarin. Dagli oblò della capsula rudimentale, Gagarin vide nella distanza il nostro pianeta. E due giorni dopo, cominciò per lui una vita ben diversa da quella di qualsiasi altro cittadino sovietico.

Yuri Gagarin

Per prima Mosca accolse l’eroe spaziale sulla Piazza Rossa e poi fu la volta di un lungo tour all’estero della durata di ben due anni. Tuttavia, sebbene i sovietici non lo sapessero ancora, la corsa allo spazio con gli Stati Uniti era già persa: forse già dal 1962, un anno dopo l’impresa di Gagarin, che scosse profondamente l’orgoglio del USA e spinse l’allora presidente Kennedy a promettere agli americani di portare un uomo sulla Luna nell’arco di un decennio – cosa che in effetti è stata; e forse persa definitivamente nel 1966, alla morte di Sergej Korolëv, l’anima e la mente del programma spaziale sovietico.

Il 27 marzo 1968 Jurij Gagarin, il primo uomo nello spazio, muore in un incidente aereo le cui cause non sono mai state del tutto chiarite.  Pochi giorni dopo, il 12 aprile, sarebbero trascorsi esattamente 7 anni dalla sua storica impresa, quell’incursione nello spazio di appena 108 minuti, poco meno di due ore, che ebbero però un grande significato politico e tecnologico.

In piena guerra fredda l’Unione Sovietica dimostrava agli Stati Uniti di padroneggiare la tecnologia che permetteva all’uomo di esplorare lo spazio oltre la Terra: il primo passo nella nuova frontiera.

Quei sette anni dopo l’impresa Gagarin li visse con impeto e sregolatezza.  Lui, da persona semplice, il primo uomo nello spazio, era improvvisamente diventato eroe dell’Unione Sovietica e celebrità mondiale. Inviato e invitato ovunque nel mondo a rappresentare la grandezza dell’URSS e a raccogliere riconoscimenti. Pagò caro il successo.

Non gli fu mai più permesso di andare nello spazio (l’URSS non voleva perdere il suo alfiere) e dovette far pesare tutta la sua influenza perché gli fosse concesso di riqualificarsi come pilota militare.

La conquista della luna

Gli Usa vinsero la corsa allo spazio con la conquista della Luna. L’Apollo 11 fu la missione spaziale che portò i primi uomini sulla Luna, gli astronauti statunitensi Neil Armstrong e Buzz Aldrin, il 20 luglio 1969.

Armstrong fu il primo a mettere piede sul suolo lunare, sei ore più tardi dell’allunaggio, Aldrin arrivò 19 minuti dopo. I due trascorsero circa due ore e mezza al di fuori della navicella, e raccolsero 21,5 kg di materiale lunare che riportarono a Terra. Il terzo membro della missione, Michael Collins (pilota del modulo di comando), rimase in orbita lunare mentre gli altri due erano sulla superficie. Dopo 21,5 ore dall’allunaggio, gli astronauti si riunirono e Collins pilotò il modulo di comando Columbia nella traiettoria di ritorno sulla Terra. La missione terminò il 24 luglio, con l’ammaraggio nell’Oceano Pacifico.

Dall’inizio dell’era spaziale sono stati più di 570 gli esseri umani che hanno viaggiato in orbita, circa 70 le donne, e nuovi equipaggi si stanno preparando a nuove missioni dirette alla Luna e si guarda al futuro, con i primi astronauti su Marte.

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