Ma… La loro vita finì ancora una volta insieme, tra la primavera e l’estate di ventisette anni fa: il 23 maggio il 19 luglio del 1992.
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Paolo Borsellino e Giovanni Falcone furono uccisi dalla mafia...

Ma chi erano, che cosa hanno fatto?

Italia
Cilento martedì 26 luglio 2022
di La Redazione
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Falcone e Borsellino © web

Hanno sfidato la mafia. Lo hanno fatto da soli, con le armi della loro intelligenza, senza superpoteri. Alla fine non ce l’hanno fatta e sono stati uccisi.

Paolo Borsellino e Giovanni Falcone erano due magistrati, due uomini che negli anni Ottanta, quando ancora non si conosceva molto della mafia, hanno scoperto i segreti di questa organizzazione.

Falcone, è riuscito a decifrare il loro “linguaggio”, il loro modo d’agire, grazie all’interpretazione dei segni, dei gesti, dei messaggi e dei silenzi degli uomini di Cosa Nostra.

Tutto ciò è stato possibile grazie ai pentiti, uomini che scelsero di abbandonare la mafia per collaborare con la Giustizia. Proprio grazie a uno di loro, Tommaso Buscetta, iniziarono a conoscere il codice segreto della mafia.

Non si sentivano eroi, anche loro avevano paura dei “cattivi”, di quelli che non rispettano le regole e si facevano gli affari propri, ma non si sono mai arresi.

In quegli anni, con un altro anziano magistrato loro capo, Antonino Caponnetto, fondarono un “pool” contro la mafia grazie al quale riuscirono a catturare centinaia di mafiosi condannati nell’ormai famoso maxi processo che si concluse il 30 gennaio 1992.

Ma la mafia preparò la sua vendetta e fece uccidere Falcone e Borsellino.

Falcone e Borsellino si conoscevano fin da piccoli, giocavano insieme nel quartiere la Kalsa, a Palermo.

Paolo, amava stare sui libri e dare una mano a chi non ce la faceva.

Giovanni amava le storie dove il bene prevale sul male e la sua preferita era “I tre moschettieri”.

I due si erano conosciuti durante una partita a calcio all’oratorio. Giovanni aveva tredici anni e Paolo più giovane di soli otto mesi. Spesso si ritrovavano a giocare con compagni che un giorno sarebbero finiti tra i “cattivi”, i mafiosi.

Ma loro no. Quei due ragazzi avevano scelto di stare dalla parte giusta e dopo il liceo si ritrovarono entrambi a studiare per diventare magistrati e poi ancora insieme a lavorare per sconfiggere la mafia. Amici per la pelle, sempre.

Paolo e Giovanni erano riusciti a vincere la loro battaglia, avevano fatto arrestare centinaia di questi “cattivi”.

Ma… La loro vita finì ancora una volta insieme, tra la primavera e l’estate di ventisette anni fa: il 23 maggio il 19 luglio del 1992.

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