Sarà protagonista di una serie Netflix

L’avvocata
Lidia Poët, la prima donna in Italia ad entrare nell’Ordine degli avvocati

Lidia Poët è stata una delle prime donne in Italia a laurearsi in giurisprudenza, riuscendo con la propria tenacia, nel 1883, ad essere ammessa all’esercizio dell’avvocatura e a vincere le resistenze di un mondo allora governato da maschi, che non potevano accettare una donna nell’Ordine degli avvocati. La sua determinazione - nel difendere un suo diritto - sarà celebrata con una serie Netflix, a febbraio, con protagonista Matilda De Angelis.
Nasce nel 1855 a Perrero, in Pitemonte, da una famiglia agiata. Esercita prima la professione di maestra, poi si iscrive alla facoltà di Legge dell’Università di Torino nel 1878. Si laurea con una tesi sulla condizione femminile nella società e sul diritto di voto per le donne. In seguito, chiede l’ammissione all’Ordine degli avvocati. Dopo numerose polemiche, venne accettata. Il Regno d’Italia rappresentò però un ostacolo, in quanto il procuratore generale del regno ordinò la cancellazione di Poët dall’albo. Così, l’avvocata portò il caso alla Corte di Cassazione che la escluse sostenendo come “la donna non può esercitare l’avvocatura”.
Le motivazioni erano legate a stereotipi di genere: una donna non è idonea a esercitare tale professione; ma anche al fatto che una fanciulla dabbene non avrebbe potuto trattare argomenti che avrebbero scalfito la sua reputazione. Infatti, per gran parte della sua esistenza, Poët ha combattuto per vedersi riconoscere un suo diritto. Diritto che ha conquistato soltanto nel 1919. Quando alla fine del primo conflitto mondiale, fu finalmente riconosciuta come avvocata, entrando come prima donna in Italia nell’Ordine degli avvocati all’età di 65 anni.
Prima di allora aveva continuato a combattere in nome dell’emancipazione femminile e delle libertà di donne, detenuti e minori. Lavorò infatti nei Congressi penitenziari internazionali, come componente della segreteria, affrontando il tema della riabilitazione e diventando delegata italiana di Congressi all’estero. Inoltre, entrò a far parte del Consiglio nazionale delle donne italiane dal 1903, producendo documenti che chiedevano sia l’estensione dei diritti civili e del voto alle donne, sia altre norme civili e giuridiche. Tra queste sia il divieto di alcolici ai minori, l’abrogazione del lavoro minorile o l’assistenza sociale per i minori con genitori in carcere o in ospedale.
