Era il 1998 quando nelle sale cinematografiche uscì un film d’animazione capace di restare per sempre nella memoria di tutti gli spettatori: dalla fantasia di Luis Sepùlveda, con la realizzazione della Cecchi Gori Group e direzione di Enzo D’Alò, la storia de “la gabbianella ed il gatto” fu un successo raro.
Lo scrittore cileno racconta con uno stile tra parabola e fiaba, una storia che tocca l’animo non solo dei bambini, ma anche chi non legge più le favole e ha dimenticato come si vola a cuor leggero con la fantasia.
La tenera storia d’amicizia tra un gatto ed una gabbianella affianca la denuncia di uno dei peggiori mali dell’uomo moderno: l’inquinamento delle acque, sinonimo della scelleratezza umana che strema fino all’ultima goccia madre Terra.
La delicatezza di questo cartone animato passa attraverso i tratti semplici e essenziali del disegno: le ambientazioni richiamano i dipinti a olio e le figure semplici donano qualcosa di diretto e sincero.
Tutto inizia dalla morte di una mamma gabbiana che avvelenata da una macchia di petrolio, riesce come ultimo atto a deporre il suo uovo nel giardino del gatto Zorba; l’ultima volontà della madre è quella che il micio insegni al piccino che nascerà l’arte del volo. Zorba, assieme ai suoi amici felici, crescono la piccola Fortunata proteggendola da ogni male ed aiutandola a credere nelle sue capacità, sino a prendere il volo.
Questo capolavoro d’animazione testimonia come anche la diversità unisce, tanto che per natura i felini mangiano gli uccelli, ma in questa trama l’amicizia profonda supera ogni specie ed appartenenza, risolvendosi in un affetto sincero; amare qualcuno di simile è cosa facile, ma accettare e stimare chi non ci somiglia richiede uno sforzo differente.
Una delle frasi più famose de “La gabbianella e il gatto” è Vola solo chi osa farlo dalle parole del gatto Zorba nel rivolgersi alla Gabbianella Fortunata, troppo spaventata per spiccare il volo: se crediamo veramente in qualcosa, soprattutto in noi stessi, niente e nessuno ci potrà fermare.
Una storia che parla di amore, generosità e solidarietà, imparando ad apprezzare, a rispettare ed amare un essere diverso.
“Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” si conferma un’opera, sia da leggere che da guardare, con la grazia di una fiaba, dove il grande Luis Sepúlveda dona all’umanità piccoli ma immensi insegnamenti da custodire e conservare gelosamente.